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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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versi famosi: « Considerate la vostra semenza: / fatti non foste a viver come<br />

bruti, / ma per seguir virtute e conoscenza ». 1 È una terzina che risponde a<br />

un programma <strong>di</strong> rilancio per la promozione umana in ogni tempo.<br />

4. Dopo la stagione dei comuni fiorì l’umanesimo e il grande periodo<br />

del rinascimento, in cui la vostra regione svolse su scala mon<strong>di</strong>ale il ruolo<strong>di</strong><br />

protagonista. Il Quattrocento fu un secolo eminentemente toscano. E se<br />

poi, nel Cinquecento, Firenze fu sostituita da Roma, è da aggiungere che la<br />

capitale del cattolicesimo si avvalse <strong>di</strong> una larga ed eccezionale schiera <strong>di</strong><br />

artisti toscani.<br />

Ma la cultura della vostra terra, non limitata nei confini della poesia e<br />

delle arti belle, si allargò a tutti i campi del sapere e <strong>di</strong>ede il via alla scienza<br />

moderna con Galileo Galilei, il quale, se incontrò preve<strong>di</strong>bili <strong>di</strong>fficoltà<br />

nell’interpretazione biblica, partì vigorosamente dalla chiara premessa<br />

che la vera scienza e l’autentica fede non possono essere in <strong>di</strong>saccordo,<br />

avendo origine dal medesimo autore. Fu quel principio animatore <strong>di</strong> seguir<br />

virtù e conoscenza a permettere alla Toscana <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendersi dalle avvisaglie<br />

<strong>di</strong> infiltrazioni teologiche eterodosse e <strong>di</strong> essere uno dei primi Stati d’Europa<br />

nell’abolire la tortura e la pena <strong>di</strong> morte.<br />

[...]<br />

AAS 78 (1986) pp. 1304-1309; Insegnamenti, IX/1 (1986) pp. 1815-1821<br />

Discorso agli artisti del Teatro Comunale <strong>di</strong> Genova<br />

(Città del Vaticano, 19 giugno 1986)<br />

Illustri e cari signori del Teatro Comunale <strong>di</strong> Genova,<br />

ho accolto con viva gioia il vostro desiderio d’incontrarmi nel momento<br />

in cui state per iniziare un interessante viaggio artistico a Pechino, per<br />

eseguire in quell’antica e grande città alcuni capolavori della musica italiana.<br />

Nel rivolgere un deferente pensiero al presidente dell’opera, il signor<br />

sindaco <strong>di</strong> Genova, che non ha potuto prender p<strong>arte</strong> all’incontro, saluto il<br />

sovrintendente Franco Ragazzi, il <strong>di</strong>rettore artistico Luciano Alberti e il<br />

signor Luciano Pavarotti, al quale esprimo il mio compiacimento per la<br />

celebrazione del venticinquesimo anniversario della sua attività nel teatro<br />

lirico. E saluto a uno a uno tutti voi, componenti dell’eccellente gruppo<br />

degli artisti, della <strong>di</strong>rezione e delle maestranze, esprimendo a tutti il mio<br />

grazie per questa interessante visita.<br />

Il mio saluto è unito al ricordo, ancora vivissimo, della mia visita<br />

pastorale alla città <strong>di</strong> Genova. Di tale splen<strong>di</strong>da città voi siete qualificata<br />

e tra<strong>di</strong>zionale espressione. Il vostro complesso, infatti, vanta ra<strong>di</strong>ci storiche<br />

1 Dante Alighieri, La <strong>di</strong>vina comme<strong>di</strong>a, « Inferno », XXVI, 118ss.<br />

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