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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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promozione <strong>di</strong> norme morali nella pubblicità, e un maggior coor<strong>di</strong>namento<br />

nel campo della ra<strong>di</strong>o<strong>di</strong>ffusione cattolica.<br />

Il rapporto della Chiesa con i me<strong>di</strong>a è complesso e richiede una costante<br />

riflessione da p<strong>arte</strong> vostra. Da una p<strong>arte</strong>, la Chiesa vede i mezzi della<br />

comunicazione sociale come aventi un potenziale infinito non solo per la<br />

<strong>di</strong>ffusione dell’informazione, la creazione e la comunicazione dell’<strong>arte</strong> e<br />

della cultura, la ricreazione e il perfezionamento dello spirito umano, ma<br />

anche per la crescita e il rafforzamento del regno <strong>di</strong> Dio. Nello stesso<br />

tempo, essa è dolorosamente consapevole del danno che può essere inflitto<br />

agli in<strong>di</strong>vidui e alla società dal cattivo uso <strong>di</strong> questi strumenti. 2 Nelle situazioni<br />

concrete, è dovere della Chiesa, dei suoi pastori e dei suoi membri,<br />

riconoscere e incoraggiare programmi per pubblicazioni che promuovano<br />

l’unità, la pace, la virtù e l’amore veramente fraterno. Allo stesso modo,<br />

può essere dovere della Chiesa e dei suoi pastori, anzi <strong>di</strong> tutti i fedeli,<br />

protestare contro programmi e pubblicazioni, che sono moralmente biasimevoli<br />

e che minacciano <strong>di</strong> violare l’integrità personale e pubblica, e la<br />

santità della vita familiare. Il crescente numero <strong>di</strong> occasioni, in cui le guide<br />

della Chiesa e i comunicatori s’incontrano per uno scambio fruttuoso e per<br />

un <strong>di</strong>alogo, può aiutare i membri della Chiesa a capire più chiaramente i<br />

me<strong>di</strong>a e il loro particolare « linguaggio ». Esso può aiutare anche i me<strong>di</strong>a a<br />

raggiungere una migliore comprensione della Chiesa e <strong>di</strong> ciò che essa fa<br />

con la parola e l’azione per comunicare il messaggio e l’amore <strong>di</strong> Gesù<br />

Cristo.<br />

Mi rimane soltanto d’incoraggiarvi nel vostro lavoro e <strong>di</strong> assicurarvi<br />

della gratitu<strong>di</strong>ne della Santa Sede. Attraverso l’intercessione <strong>di</strong> Maria,<br />

madre del Redentore, possano i vostri sforzi favorire che un uso sempre<br />

migliore dei me<strong>di</strong>a da p<strong>arte</strong> dei membri della Chiesa porti abbondanti<br />

frutti, cosicché il mondo possa conoscere l’amore creativo, redentivo e<br />

santificante del Figlio <strong>di</strong>vino. Invoco su voi e sui vostri cari i doni <strong>di</strong><br />

Dio, <strong>di</strong> forza e <strong>di</strong> gioia, e cor<strong>di</strong>almente imparto la mia bene<strong>di</strong>zione apostolica.<br />

Insegnamenti, XVI/1 (1993) pp. 618-621<br />

Testo originale in lingua inglese<br />

Inde a pontificatus nostri initio. Lettera apostolica in forma<br />

<strong>di</strong> motu proprio per l’unione del Pontificio Consiglio<br />

per la Cultura con il Pontificio Consiglio per i Non Credenti<br />

(Città del Vaticano, 25 marzo 1993)<br />

Già dagli inizi del mio pontificato, raccogliendo le ricche e stimolanti<br />

in<strong>di</strong>cazioni offerte dal Concilio Vaticano II, mi sono preoccupato <strong>di</strong> svi-<br />

2 Cfr. Inter mirifica, 1e2.<br />

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