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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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via, a considerarle come trascurabili e – come accenneremo sommariamente<br />

tra poco me<strong>di</strong>ante qualche esempio – quasi tutti i settori dell’attività<br />

umana offrono occasioni inattese per promuovere la pace.<br />

Tale è il caso degli scambi <strong>culturali</strong>, nel senso più ampio del termine.<br />

Così, tutto ciò che consente agli uomini <strong>di</strong> conoscersi meglio attraverso<br />

l’attività artistica infrange le barriere. Là dove fallisce la parola, e dove la<br />

<strong>di</strong>plomazia, può offrire un aiuto aleatorio, la musica, la pittura, il teatro, lo<br />

sport possono avvicinare gli uomini. Lo stesso si verifica per la ricerca<br />

scientifica: la scienza, come l’<strong>arte</strong>, del resto, suscita e raccoglie una società<br />

universale nella quale si ritrovano, senza <strong>di</strong>visioni, tutti gli uomini appassionati<br />

<strong>di</strong> verità e <strong>di</strong> bellezza. La scienza e l’<strong>arte</strong> anticipano in tal modo, nel<br />

loro proprio settore, il formarsi <strong>di</strong> una società universale pacificata.<br />

La vita economica stessa è chiamata a ravvicinare gli uomini, rendendoli<br />

ben coscienti della loro inter<strong>di</strong>pendenza e della loro complementarità.<br />

Senza dubbio le relazioni economiche creano spesso un campo <strong>di</strong> confronto<br />

spietato, <strong>di</strong> concorrenza senza riguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> sorta, e anche, talvolta, <strong>di</strong><br />

sfruttamento vergognoso.<br />

Ma queste medesime relazioni non potrebbero trasformarsi in relazioni<br />

<strong>di</strong> servizio, <strong>di</strong> solidarietà, e rimuovere <strong>di</strong> per se stesse una delle cause più<br />

frequenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a?<br />

[...]<br />

Discorso ai vescovi toscani in visita ad limina<br />

(Città del Vaticano, 21 <strong>di</strong>cembre 1981)<br />

140<br />

Insegnamenti, IV/2 (1981) pp. 1182-1197<br />

1. Con senso <strong>di</strong> intima gioia rivolgo a voi il mio saluto cor<strong>di</strong>ale, venerati<br />

fratelli nell’episcopato, accogliendovi per questa visita ad limina, che il<br />

<strong>di</strong>ritto canonico sancisce come un dovere per ogni vescovo della Chiesa<br />

cattolica, ma che la carità ecclesiale sollecita come singolare e preziosa<br />

espressione <strong>di</strong> quella « collegialità », in forza della quale – come ha opportunamente<br />

sottolineato il Concilio Vaticano – « il romano pontefice, successore<br />

<strong>di</strong> Pietro, e i vescovi, successori degli apostoli, sono uniti fra <strong>di</strong><br />

loro ». 1<br />

Siate, pertanto, i benvenuti, o degni pastori delle arci<strong>di</strong>ocesi e <strong>di</strong>ocesi<br />

dell’amata regione toscana, universalmente nota nel mondo per le suggestive<br />

bellezze del suo paesaggio, per i tesori insigni della sua <strong>arte</strong>, per le<br />

ra<strong>di</strong>ose figure dei suoi santi. L’animo sosterebbe volentieri, se il tempo non<br />

lo vietasse, a ragionare delle gloriose tra<strong>di</strong>zioni, che hanno fatto grande la<br />

vostra terra in tutti i campi nei quali l’uomo esprime la forza creatrice del<br />

suo spirito immortale. Sia lecito qui menzionare, almeno, alcuni dei nomi<br />

che le vostre Chiese hanno iscritto nell’albo dei santi: chi non conosce santa<br />

1 Lumen gentium, 22.

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