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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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2. Vedrò tra poco, cari artisti, questa esposizione che la Casa <strong>di</strong> Dante<br />

con i suoi consiglieri, seguendo le sue nobili tra<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> cultura, ha desiderato<br />

allestire in un ambiente così solenne. Compirò anch’io un viaggio<br />

tra la desolazione della città del fuoco, attraverso l’espiazione liberatrice<br />

dalle colpe, fino alla suprema gioia della « can<strong>di</strong>da rosa ».<br />

Senza dubbio il poema dantesco, come racconto, richiama le composizioni<br />

dell’<strong>arte</strong> me<strong>di</strong>evale. Si tratta <strong>di</strong> simboli e <strong>di</strong> allegorie per chiarire i<br />

concetti. La sostanza è teologicamente vera, ispirata alle Sacre Scritture,<br />

alle considerazioni dei Padri e dei teologi; le forme sono quelle del tempo,<br />

che tentava con ogni mezzo la <strong>di</strong>dascalia sacra, il contatto con il popolo.<br />

Era una pre<strong>di</strong>cazione popolare, che aveva bisogno d’innalzarsi alla <strong>di</strong>gnità<br />

dell’<strong>arte</strong> sulla facciata delle cattedrali, <strong>negli</strong> affreschi dell’abside, <strong>negli</strong> archi<br />

<strong>di</strong> trionfo. Dante fu coinvolto da questo racconto teologico, e trovò la<br />

parola, che proveniva dalla sua <strong>di</strong>retta esperienza, per chiarire nella forma<br />

narrativa il <strong>di</strong>stacco dalle cose vane e peccaminose della terra e la purezza<br />

sublime delle gran<strong>di</strong> prospettive della fede.<br />

3. C’è un’in<strong>di</strong>cazione preziosa che fa p<strong>arte</strong> dell’ascesi cristiana, e che in<br />

italiano trova espressione in un verbo molto efficace: « transumanare ». Fu<br />

questo lo sforzo supremo <strong>di</strong> Dante: fare in modo che il peso dell’umano<br />

non <strong>di</strong>struggesse il <strong>di</strong>vino che è in noi, né la grandezza del <strong>di</strong>vino annullasse<br />

il valore dell’umano. Per questo il poeta lesse giustamente la propria<br />

vicenda personale e quella dell’intera umanità in chiave teologica; per<br />

questo spiritualizzò il sistema planetario, vide i cieli come narratori privilegiati<br />

della gloria <strong>di</strong> Dio, inondò <strong>di</strong> luce le balze del purgatorio e i cieli del<br />

para<strong>di</strong>so. La luce, in particolare: tutto il me<strong>di</strong>oevo parlò della luce, cercò la<br />

luce nello splendore dei mosaici per la vibrazione delle tessere musive, volle<br />

una luce <strong>di</strong>versa nelle chiese per mezzo delle celebri vetrate istoriate.<br />

Quanti personaggi, peccatori e santi, quante vicende storiche, quante<br />

sofferenze e gioie e speranze si affacciano nelle tre cantiche! Quanti problemi<br />

<strong>di</strong> filosofia e <strong>di</strong> teologia! Quanti ritorni in terra per collegare l’al<strong>di</strong>là<br />

con l’umana esperienza! Voi artisti avete voluto rendere, con imme<strong>di</strong>ata<br />

concretezza, la realtà spirituale e fantastica del poema, come me<strong>di</strong>tazione,<br />

contemplazione, amore supremo, consegnando le vostre intuizioni a queste<br />

acqueforti che ora sono offerte al nostro go<strong>di</strong>mento.<br />

Possa chi le guarda sentirsi interiormente stimolato a ripercorrere il<br />

cammino <strong>di</strong> Dante, con lui risalendo, oltre la « picciola vigilia d’i nostri<br />

sensi », 1 fino alla contemplazione de « l’Amor che muove il sole e l’altre<br />

stelle ». 2<br />

Con questo augurio, impartisco a voi e ai vostri familiari la mia affettuosa<br />

bene<strong>di</strong>zione.<br />

Insegnamenti, VIII/1 (1985) pp. 1686-1688<br />

1 Dante Alighieri, La <strong>di</strong>vina comme<strong>di</strong>a, « Inferno », XXVI, 114.<br />

2 Dante Alighieri, La <strong>di</strong>vina comme<strong>di</strong>a, « Para<strong>di</strong>so », XXXIII, 145.<br />

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