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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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E come <strong>di</strong>menticare, poi, tra i massimi scrittori <strong>di</strong> ogni tempo, Fëdor<br />

Dostoevskij? Il suo sguardo <strong>di</strong> credente penetra le profon<strong>di</strong>tà dell’animo<br />

umano, descrivendo la grande avventura della libertà, nei suoi infiniti<br />

percorsi, alla luce della convinzione che Cristo è il segreto della vera<br />

libertà. Nel fondo della sua visione umana e cristiana egli tocca corde<br />

veramente universali, esprimendo un’intima conoscenza dell’uomo e una<br />

grande ansia per il suo destino. L’anima profonda del suo pensiero è<br />

l’amore per Cristo. In lui egli vede la bellezza sorgiva, la bellezza che<br />

non tramonta, la bellezza « che salva il mondo ». Per questo si addolora<br />

profondamente – basti ricordare la celebre Leggenda del grande inquisitore –<br />

quando osserva che gli uomini, talvolta gli stessi credenti, hanno paura <strong>di</strong><br />

lui, hanno paura dell’autentica libertà che egli è venuto a portare.<br />

3. Preghiamo la Vergine santa perché ci aiuti a incarnare profondamente<br />

il cristianesimo nella cultura. La frattura tra Vangelo e cultura<br />

– come <strong>di</strong>sse Paolo VI – è il dramma del nostro tempo. 1 Riscoprendo le<br />

gran<strong>di</strong> ricchezze <strong>culturali</strong> dell’Oriente cristiano, in un nuovo <strong>di</strong>alogo <strong>di</strong><br />

comunione, consentiremo alla testimonianza cristiana <strong>di</strong> respirare, anche a<br />

questo livello, con due « polmoni », offrendo il nostro doveroso contributo<br />

all’avvenire dell’umanità.<br />

[...]<br />

Insegnamenti, XIX/2 (1996) pp. 261-265<br />

Discorso al termine del concerto della Camerata Accademica<br />

<strong>di</strong> Salisburgo e del Mozartchor <strong>di</strong> Linz<br />

(Città del Vaticano, 31 ottobre 1996)<br />

Signori car<strong>di</strong>nali, venerati fratelli nell’episcopato, illustri signori e signore!<br />

1. Con animo grato desidero porgere a tutti voi il mio cor<strong>di</strong>ale saluto, al<br />

termine <strong>di</strong> questa splen<strong>di</strong>da esecuzione dell’oratorio Il Messia <strong>di</strong> Georg<br />

Friederich Händel. Ringrazio anzitutto il caro car<strong>di</strong>nale Bernar<strong>di</strong>n Gantin<br />

che, a nome del collegio car<strong>di</strong>nalizio e <strong>di</strong> tutti i presenti, ha voluto formularmi<br />

gli auguri per il cinquantesimo anniversario della mia or<strong>di</strong>nazione<br />

sacerdotale, che ricorre proprio domani. Ringrazio quanti sono intervenuti<br />

e hanno voluto così manifestarmi la loro vicinanza e stima in questa circostanza.<br />

Sono grato, poi, al presidente e al <strong>di</strong>rettore generale della Rai perla<br />

trasmissione del concerto.<br />

2. Ringrazio il governo della Repubblica Austriaca, <strong>di</strong> cui ho molto<br />

apprezzato il gesto <strong>di</strong> volermi offrire questa me<strong>di</strong>tazione in musica in<br />

occasione del mio giubileo sacerdotale. Mi congratulo con il <strong>di</strong>rettore<br />

1 Paolo VI, Evangel<strong>ii</strong> nuntian<strong>di</strong>, 20.<br />

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