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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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quando è ben preparato: esso permette a ognuno <strong>di</strong> sviluppare nel suo<br />

cuore il <strong>di</strong>alogo spirituale con il Signore.<br />

Nel vostro paese, che <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un prezioso patrimonio religioso, non<br />

c’è bisogno <strong>di</strong> sottolineare che i luoghi e gli oggetti <strong>di</strong> culto sono naturalmente<br />

segni espressivi, siano essi ere<strong>di</strong>tà del passato o creazioni contemporanee,<br />

poiché la fede apporta alla cultura e all’<strong>arte</strong> un reale <strong>di</strong>namismo<br />

creativo. A tal proposito, tengo a <strong>di</strong>re che apprezzo vivamente le cure<br />

rivolte a numerosi e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> culto, cattedrali o chiese parrocchiali, dalle<br />

autorità dello Stato e dalle collettività locali. Non risparmiate sforzi per far<br />

vivere le chiese dei paesi, anche quando gli abitanti non sono numerosi.<br />

Che la liturgia sia sempre la vera ragion d’essere <strong>di</strong> questi monumenti,<br />

poiché – come si è detto – come le pietre sono adattate le une alle altre, così<br />

lo sono gli uomini quando si uniscono per lodare Dio!<br />

La liturgia è dunque uno straor<strong>di</strong>nario strumento per evangelizzare<br />

l’uomo, con tutte le qualità della sua mente e l’acutezza dei suoi sensi,<br />

con le capacità d’intuizione e con la sua sensibilità artistica e musicale,<br />

che traducono il suo desiderio <strong>di</strong> assoluto meglio dei <strong>di</strong>scorsi.<br />

Perché la liturgia sia ben realizzata e feconda, la formazione dei celebranti<br />

e degli animatori deve essere seguita con cura, come fanno le vostre<br />

commissioni <strong>di</strong>ocesane <strong>di</strong> pastorale liturgica. Non cessate <strong>di</strong> attirare l’attenzione<br />

dei gruppi <strong>di</strong> animazione liturgica sugli obiettivi delle celebrazioni,<br />

preparate in una positiva collaborazione fra sacerdoti e laici.<br />

[...]<br />

AAS 98 (1997) pp. 557-564; Insegnamenti, XX/1 (1997) pp. 400-408<br />

Testo originale in lingua francese<br />

Discorso all’assemblea plenaria<br />

del Pontificio Consiglio della Cultura<br />

(Città del Vaticano, 14 marzo 1997)<br />

Signori car<strong>di</strong>nali, cari fratelli nell’episcopato, cari amici.<br />

1. È con gioia che vi accolgo questa mattina, al termine della vostra<br />

sessione plenaria. Ringrazio il vostro presidente, il signor car<strong>di</strong>nale Paul<br />

Poupard, per aver ricordato lo spirito nel quale si sono svolti i vostri lavori.<br />

Voi avete riflettuto su come aiutare la Chiesa ad assicurare una presenza<br />

più forte del Vangelo al centro delle culture, all’approssimarsi del nuovo<br />

millennio.<br />

Questo incontro mi offre l’occasione per ripetervi: « La sintesi della<br />

cultura e della fede non è solo un’esigenza della cultura, ma anche della<br />

fede ». 1 È ciò che i cristiani fedeli al Vangelo hanno realizzato nel corso <strong>di</strong><br />

1 Giovanni Paolo II, Lettera al car<strong>di</strong>nale Agostino Casaroli per l’istituzione del Pontificio<br />

Consiglio per la Cultura, 20 maggio 1982.<br />

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