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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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grande musica che ci hanno offerto nella suggestiva cornice <strong>di</strong> questa serata<br />

estiva.<br />

Di Marin Marais, considerato uno dei maggiori musicisti dell’epoca <strong>di</strong><br />

Luigi XIV, abbiamo ascoltato La Sonnerie de sainte Geneviève du Mont de Paris.<br />

L’originale ispirazione e la raffinatezza <strong>di</strong> questo grande maestro della viola<br />

traspare, limpida e pulsante, nell’opera che è stata magistralmente eseguita.<br />

A essa ha fatto seguito il Concerto per violino e orchestra in Sol maggiore <strong>di</strong><br />

Wolfgang Amadeus Mozart, nel quale si esprime la giovane personalità,<br />

ma anche la maturità musicale già raggiunta dall’autore quando compose,<br />

a soli venti anni a Salisburgo, i cinque concerti per violino e orchestra.<br />

Abbiamo infine ascoltato una delle più gran<strong>di</strong> cantate della produzione<br />

religiosa <strong>di</strong> Johann Sebastian Bach, Die Elenden sollen essen (« I bisognosi<br />

devono mangiare »). In essa il compositore tedesco comunica un intimo<br />

sentimento <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> devozione verso l’assoluta bontà <strong>di</strong> Dio, Padre<br />

provvidente e <strong>di</strong>spensatore <strong>di</strong> <strong>beni</strong> per le sue creature.<br />

Sia per la scelta delle opere sia per la formazione musicale degli strumentisti<br />

e dei cantori, il concerto <strong>di</strong> questa sera costituisce una significativa<br />

testimonianza <strong>di</strong> quell’unità culturale e spirituale dell’Europa, a cui la<br />

tra<strong>di</strong>zione cristiana ha dato lungo i secoli e continua a offrire anche al<br />

presente un fondamentale contributo. Nel rinnovare il mio vivo apprezzamento<br />

agli organizzatori e agli esecutori del concerto, formulo cor<strong>di</strong>ali voti<br />

per la Festa della Musica pro Mundo Uno, che si sta svolgendo in questi<br />

giorni a Roma, nell’auspicio che il linguaggio universale della musica costituisca<br />

un invito all’incontro e alla comprensione tra popoli e nazioni.<br />

Con questi sentimenti, invoco su ciascuno dei presenti e sulle rispettive<br />

famiglie la costante protezione del Signore e <strong>di</strong> cuore imparto a tutti la<br />

bene<strong>di</strong>zione apostolica.<br />

Discorso per l’Angelus<br />

(Castel Gandolfo, 11 agosto 1996)<br />

676<br />

Insegnamenti, XIX/2 (1996) pp. 128-129<br />

Carissimi fratelli e sorelle.<br />

1. Continuando la riflessione sull’Oriente cristiano, desidero oggi richiamare<br />

l’attenzione sullo sviluppo della teologia orientale, che anche nei<br />

secoli successivi all’epoca dei Padri e alla dolorosa <strong>di</strong>visione con la Sede<br />

Apostolica, ha elaborato prospettive profonde e stimolanti, a cui guarda<br />

con interesse tutta la Chiesa. Se in un punto o nell’altro permangono<br />

<strong>di</strong>ssensi, non si deve tuttavia <strong>di</strong>menticare che quanto ci unisce è molto<br />

più <strong>di</strong> quanto ci <strong>di</strong>vide.<br />

Uno sviluppo dottrinale importante si realizzò tra i secoli VIII e IX in<br />

seguito alla crisi « iconoclasta », scatenata da alcuni imperatori <strong>di</strong> Bisanzio,<br />

decisi a soffocare ra<strong>di</strong>calmente la venerazione per le immagini sacre. Resi-

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