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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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trova ancor oggi una palpitante espressione nei templi, dove gli artisti<br />

hanno lasciato non tanto un’immagine <strong>di</strong> se stessi e della loro visione della<br />

vita, quanto piuttosto la rappresentazione della fede della comunità cristiana.<br />

5. Perciò, da p<strong>arte</strong> dei sacerdoti e degli operatori pastorali, l’<strong>arte</strong> sacra<br />

va seguita e aiutata a ricuperare le sue leggi. Al riguardo, una scuola <strong>di</strong><br />

formazione potrà essere il museo <strong>di</strong>ocesano, che, raccogliendo alcune voci<br />

significative del passato artistico, promuoverà una genuina sensibilità al<br />

linguaggio dell’<strong>arte</strong>, <strong>di</strong>ventando privilegiato luogo d’incontro del passato<br />

con l’oggi e insostituibile palestra <strong>di</strong> maturazione per gli artisti <strong>di</strong> domani.<br />

Mentre formulo gli auspici più fervi<strong>di</strong> per i programmi futuri, che<br />

mirano a fare in modo che i fedeli abbiano sempre decorosi e<strong>di</strong>fici sacri,<br />

dove essere guidati all’approfon<strong>di</strong>mento della fede, nella saldezza della<br />

speranza e nella comunione dell’amore, prego il Signore affinché vi assista<br />

con la sua luce e la sua grazia.<br />

Con questi sentimenti vi imparto <strong>di</strong> cuore l’apostolica bene<strong>di</strong>zione, che<br />

estendo volentieri ai vostri cari.<br />

Discorso ai Benedettini Cassinesi<br />

(Cesena, Forlì, 8 maggio 1986)<br />

Insegnamenti, IX/1 (1986) pp. 1199-1202<br />

Reverendo padre abate, cari monaci,<br />

desidero esprimervi innanzitutto la mia gioia per l’opportunità che mi è<br />

offerta <strong>di</strong> essere ospite presso il vostro monastero, così venerabile per una<br />

lunga storia <strong>di</strong> fedeltà a Cristo e alla Chiesa secondo il modello dell’ideale<br />

benedettino. Vi saluto tutti con viva effusione d’animo e vi <strong>di</strong>co un grazie <strong>di</strong><br />

cuore!<br />

La mia permanenza in questo luogo sacro, seppur breve, mi darà la<br />

possibilità <strong>di</strong> ammirare le sue bellezze storiche, artistiche e ambientali, le<br />

quali tutte stimolano e orientano l’animo <strong>di</strong> chi vi abita o <strong>di</strong> chi lo visita<br />

verso la considerazione delle realtà trascendenti, verso il mistero <strong>di</strong> Dio,<br />

della sua bontà, della sua sapienza e della sua pace. Qui tutto richiama,<br />

senza stonature o incoerenze, al pensiero <strong>di</strong> quelle « cose <strong>di</strong> lassù » dalle<br />

quali sole sgorga quell’operosità e quella de<strong>di</strong>zione al servizio della <strong>di</strong>gnità<br />

della persona umana, delle quali l’illustre famiglia del patriarca Benedetto<br />

ha dato tante prove – e dà tuttora – nella costruzione e nella <strong>di</strong>fesa della<br />

civiltà cristiana e dell’umanesimo secondo Cristo!<br />

Ogni monastero è un piccolo Tabor. San Bernardo lo chiamava « para<strong>di</strong>sus<br />

claustralis »: come l’apostolo Pietro davanti alla trasfigurazione del<br />

Signore, l’animo innamorato delle cose celesti non vorrebbe mai partirsene<br />

e considera privilegiati coloro che hanno avuto la vocazione <strong>di</strong> restarvi per<br />

tutta la vita.<br />

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