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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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Chiesa, che tiene fissi gli occhi su colui del quale Pilato <strong>di</strong>sse: Ecce homo!,<br />

« Ecco l’uomo! ».<br />

Gesù Cristo, Figlio <strong>di</strong> Dio e dell’uomo, è la via alla vera umanità. È<br />

anche il traguardo. Possa essere dato a molti <strong>di</strong> riconoscerlo <strong>di</strong> nuovo,<br />

anche attraverso <strong>di</strong> voi.<br />

Insegnamenti, VI/2 (1983) pp. 491-497<br />

Testo originale in lingua tedesca<br />

Omelia alla messa per l’Associazione Santa Cecilia<br />

(Città del Vaticano, 25 settembre 1983)<br />

1. « Canterellano al suono dell’arpa, / si pareggiano a Davide <strong>negli</strong><br />

strumenti musicali... ». 1<br />

Carissimi! Queste parole, che abbiamo ascoltato nella prima lettura<br />

dell’o<strong>di</strong>erna liturgia, sono riferite dal profeta Amos « agli spensierati <strong>di</strong> Sion<br />

e a quelli che si considerano sicuri sulla montagna <strong>di</strong> Samaria », e che,<br />

invece, sono già sull’orlo della rovina e nell’imminenza della deportazione e<br />

dell’esilio!<br />

Nella nuova alleanza noi cristiani, rinati alla nuova vita, siamo i veri<br />

Davide, che lo<strong>di</strong>amo Dio col canto nuovo, il canto della redenzione. Insieme<br />

al salmista cantiamo al Padre: « Ascolta, Signore, la mia voce... Di te ha<br />

detto il mio cuore: « Cercate il suo volto »; il tuo volto, o Signore, io cerco.<br />

Non nascondermi il tuo volto! ». 2<br />

Queste vibranti invocazioni esprimono l’anelito dell’anima verso le<br />

realtà soprannaturali, secondo la viva raccomandazione <strong>di</strong> san Paolo:<br />

« Cercate le cose <strong>di</strong> lassù... Pensate alle cose <strong>di</strong> lassù »; 3 anelito che si<br />

traduce nella preghiera del cuore. Nel cristiano, che gode della vita nuova<br />

e in cui vive Cristo stesso – Verbo del Padre –, tale preghiera assume un<br />

così grande fervore da esprimersi ed esaltarsi in canto.<br />

Questa preghiera, nella forma più perfetta, viene innalzata al Padre da<br />

Cristo. Cristo, infatti, come dall’eternità, così dopo la sua incarnazione,<br />

risurrezione e ascensione, continua a cantare, in quanto me<strong>di</strong>atore e interprete<br />

<strong>di</strong> tutta l’umanità, le lo<strong>di</strong> e la gloria del Padre, e anche le aspirazioni e<br />

i desideri degli uomini. È Cristo, dunque, che – come afferma la costituzione<br />

conciliare sulla sacra liturgia – « ha introdotto in questo esilio terrestre<br />

quell’inno che viene eternamente cantato nelle se<strong>di</strong> celesti. Egli unisce<br />

asétutta la comunità degli uomini e se l’associa nell’elevare questo <strong>di</strong>vino<br />

canto <strong>di</strong> lode ». 4<br />

1 Am 6,4-5.<br />

2 Sal 27,7-9.<br />

3 Col 3,1-2.<br />

4 Sacrosanctum Concilium, 83.<br />

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