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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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non è mai esaurito, poiché talvolta le culture vengono toccate solo superficialmente<br />

dal messaggio cristiano, e, in ogni caso, poiché si trasformano<br />

incessantemente, esse richiedono un approccio rinnovato. Aggiungiamo<br />

che la nobile parola « missione » si applica ormai alle antiche civiltà segnate<br />

dal cristianesimo, ora minacciate dall’in<strong>di</strong>fferenza, dall’agnosticismo o perfino<br />

dall’irreligione. Inoltre, appaiono nuovi settori <strong>di</strong> cultura con obiettivi,<br />

meto<strong>di</strong> e lingue <strong>di</strong>verse. Il <strong>di</strong>alogo interculturale s’impone dunque ai cristiani<br />

in tutti i paesi.<br />

5. Per evangelizzare efficacemente, bisogna adottare con decisione un<br />

atteggiamento <strong>di</strong> scambio e <strong>di</strong> comprensione per simpatizzare con l’identità<br />

culturale dei popoli, dei gruppi etnici e dei <strong>di</strong>versi settori della società<br />

moderna. Del resto, occorre lavorare al riavvicinamento tra le culture, in<br />

modo che i valori universali dell’uomo siano accolti ovunque in uno spirito<br />

<strong>di</strong> fraternità e <strong>di</strong> solidarietà. Evangelizzare vuol <strong>di</strong>re dunque, nello stesso<br />

tempo, penetrare le identità <strong>culturali</strong> specifiche, ma anche favorire lo<br />

scambio delle culture, aprendole ai valori dell’universalità e, <strong>di</strong>rei anche,<br />

della cattolicità.<br />

È pensando a questa grande responsabilità che ho voluto creare il<br />

Pontificio Consiglio per la Cultura, per dare a tutta la Chiesa un vigoroso<br />

impulso, e rendere coscienti tutti i responsabili, tutti i fedeli, del dovere che<br />

ci tocca <strong>di</strong> essere all’ascolto dell’uomo moderno, non per approvare tutti i<br />

suoi comportamenti, ma soprattutto per scoprire le sue speranze e le sue<br />

aspirazioni nascoste. Ecco perché ho invitato i vescovi, coloro che sono<br />

preposti ai <strong>di</strong>versi servizi della Santa Sede, le organizzazioni internazionali<br />

cattoliche, le università, tutti gli uomini <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> cultura, a impegnarsi<br />

con convinzione nel <strong>di</strong>alogo delle culture, portandovi la parola <strong>di</strong> salvezza<br />

del Vangelo.<br />

6. Occorre rammentare, inoltre, che i cristiani hanno molto da ricevere<br />

da questa relazione <strong>di</strong>namica tra Chiesa e mondo contemporaneo. Il Concilio<br />

Ecumenico Vaticano II ha insistito su questo punto ed è opportuno<br />

ricordarlo. La Chiesa si è molto arricchita grazie all’apporto <strong>di</strong> tante civiltà.<br />

L’esperienza secolare <strong>di</strong> tanti popoli, il progresso della scienza, i tesori<br />

nascosti delle <strong>di</strong>verse culture, attraverso le quali si rivela più pienamente<br />

la natura dell’uomo e si aprono nuove vie verso la verità, tutto ciò rappresenta<br />

un sicuro vantaggio per la Chiesa, come ha riconosciuto il Concilio.<br />

1 E questo arricchimento prosegue. Pensiamo, infatti, ai risultati delle<br />

ricerche scientifiche per una migliore conoscenza dell’universo, per un<br />

approfon<strong>di</strong>mento del mistero dell’uomo, pensiamo ai beneficî che possono<br />

procurare alla società e alla Chiesa i nuovi mezzi <strong>di</strong> comunicazione e<br />

d’incontro tra gli uomini, la capacità <strong>di</strong> produrre innumerevoli <strong>beni</strong> economici<br />

e <strong>culturali</strong>, e soprattutto <strong>di</strong> promuovere l’educazione delle masse, <strong>di</strong><br />

guarire le malattie considerate una volta incurabili. Quali ammirevoli realizzazioni!<br />

Tutto questo fa onore all’uomo e ha enormemente beneficiato la<br />

1 Cfr. Gau<strong>di</strong>um et spes, 44.<br />

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