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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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<strong>di</strong>amo i nostri propositi e i nostri lavori. A lui chie<strong>di</strong>amo la grazia <strong>di</strong><br />

continuare con perseveranza sulla via intrapresa, per l’elevazione dell’uomo,<br />

per il vero progresso dei popoli, per la pace universale. « Aspirando<br />

praeveni, et a<strong>di</strong>uvando prosequere ».<br />

E Maria, Madre della Chiesa, regina degli apostoli, avvalori i nostri voti<br />

comuni e li fecon<strong>di</strong> con la sua protezione. A lei – e lo <strong>di</strong>co raccogliendo il<br />

voto unanime espresso in quest’aula – affido ancora me stesso e tutta questa<br />

nostra assemblea <strong>di</strong> pastori.<br />

A tutti voi, fratelli amatissimi, la mia particolare bene<strong>di</strong>zione.<br />

AAS 71 (1979) pp. 1457-1461; Insegnamenti, II/2 (1979) pp. 1089-1097<br />

Testo originale in lingua latina<br />

Discorso ai membri della Fondazione Latinitas<br />

(Città del Vaticano, 26 novembre 1979)<br />

Venerato nostro fratello e <strong>di</strong>letti fratelli e sorelle,<br />

ci sono gra<strong>di</strong>te le parole che ci ha appena rivolto il car<strong>di</strong>nale Pericle<br />

Felici con espressioni umanissime; e ci viene alla memoria il tempo in cui,<br />

quando era segretario del Concilio Ecumenico Vaticano II, l’abbiamo<br />

ascoltato parlare in latino, nella basilica <strong>di</strong> San Pietro, al momento opportuno<br />

e con ricchezza <strong>di</strong> linguaggio.<br />

Con gioia, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> un anno, vi porgiamo il nostro saluto, responsabili<br />

e soci della Fondazione Latinitas e vincitori del Certamen Vaticanum,<br />

congratulandoci con voi; salutiamo voi, che in questi tempi custo<strong>di</strong>te con<br />

cura la fiamma della latinità, la alimentate con solerzia, la <strong>di</strong>fendete con<br />

animo intrepido.<br />

Sappiate che accompagniamo voi e la vostra opera con favore e benevolenza.<br />

Noi stessi – come sapete – quest’anno abbiamo emanato una<br />

costituzione apostolica, scritta come è usanza in latino, e che inizia con<br />

le parole Sapientia christiana, con la quale si dà un nuovo or<strong>di</strong>namento alle<br />

Università degli stu<strong>di</strong> e alle Facoltà ecclesiastiche. A tale costituzione sono<br />

state aggiunte le <strong>di</strong>sposizioni della Sacra Congregazione per l’Educazione<br />

Cattolica, in cui è contenuta questa norma: « Nelle Facoltà <strong>di</strong> scienze sacre<br />

è richiesta una congrua conoscenza della lingua latina, affinché gli studenti<br />

possano comprendere e usare le fonti <strong>di</strong> tali scienze e i documenti della<br />

Chiesa ». 1<br />

Gli alunni, dunque, che accedono alle se<strong>di</strong> <strong>di</strong> più alti stu<strong>di</strong> ecclesiastici, se<br />

prima non avranno frequentato un corso <strong>di</strong> latino, bisogna che imparino tale<br />

lingua, come a compensare ciò che è stato lasciato da p<strong>arte</strong>, come nelle<br />

Università pontificie e <strong>negli</strong> Atenei romani, per fare un esempio, avviene già.<br />

1 Giovanni Paolo II, Sapientia christiana, tit. IV, art. 24 § 3.<br />

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