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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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devoto, come anche il completamento dei locali parrocchiali, che sono a<br />

esso affiancati. Vada a essi la mia lode e il mio ringraziamento.<br />

Estendo poi, com’è giusto, l’espressione del mio apprezzamento sincero<br />

a tutti i fedeli, senza il cui contributo costante e generoso non sarebbe stato<br />

certamente possibile portare avanti, anno dopo anno, fino al felice compimento<br />

un’impresa tanto complessa e costosa.<br />

Mi è caro, inoltre, cogliere questa occasione per manifestare al signor<br />

car<strong>di</strong>nale vicario, presente qui con noi, la grande considerazione in cui<br />

tengo l’impegno che egli pone nell’opera della costruzione <strong>di</strong> nuove chiese,<br />

nel favorire cioè il sorgere <strong>di</strong> un’adeguata casa del Signore nei nuovi<br />

quartieri, che vanno a mano a mano formandosi. L’e<strong>di</strong>ficio materiale,<br />

nel quale il popolo fedele si raccoglie per ascoltare la parola <strong>di</strong> Dio e<br />

p<strong>arte</strong>cipare alla celebrazione dei <strong>di</strong>vini misteri, rappresenta un coefficiente<br />

<strong>di</strong> primaria importanza per la crescita e il consolidamento <strong>di</strong> quella comunità<br />

<strong>di</strong> fede, <strong>di</strong> speranza e <strong>di</strong> amore che è la parrocchia.<br />

[...]<br />

Discorso a un gruppo <strong>di</strong> lavoratori fiorentini<br />

(Città del Vaticano, 24 marzo 1979)<br />

18<br />

Insegnamenti, II/1 (1979) pp. 677-682<br />

Siate benvenuti, figli carissimi!<br />

La vostra visita mi è particolarmente gra<strong>di</strong>ta: voi venite da Firenze,<br />

città nota e cara in ogni p<strong>arte</strong> del mondo per la nobiltà delle sue tra<strong>di</strong>zioni<br />

e per lo splendore della sua <strong>arte</strong>. La vostra presenza risveglia nel mio animo<br />

le emozioni profonde che vi s’impressero a suo tempo, quando ebbi occasione<br />

<strong>di</strong> contemplare i pro<strong>di</strong>gi architettonici, che si rivelano allo sguardo<br />

del turista ammirato, o quando potei sostare, confuso tra i visitatori, <strong>di</strong>nanzi<br />

agli affreschi delle chiese, alle pale degli altari, ai <strong>di</strong>pinti conservati<br />

nelle pinacoteche, o quando non mi stancavo <strong>di</strong> osservare con meraviglia<br />

sempre nuova le sculture che abbelliscono le piazze e arricchiscono i musei,<br />

o, infine, quando salivo a piazzale Michelangelo per gustare lo spettacolo<br />

della città adagiata sulle rive dell’Arno, entro la cerchia delle colline svaporanti<br />

nel crepuscolo della sera.<br />

Firenze è città unica al mondo; chi ha l’onore <strong>di</strong> abitarvi deve essere<br />

consapevole dell’impegno che questo comporta: le inestimabili ricchezze <strong>di</strong><br />

storia, <strong>di</strong> <strong>arte</strong>, <strong>di</strong> fede, <strong>di</strong> cui gli antichi hanno arricchito templi, e<strong>di</strong>fici,<br />

contrade, restano per le generazioni succedentisi, anche per la vostra dunque,<br />

come perenne invito a un confronto stimolante e creativo. La nobiltà<br />

dei sentimenti, la generosità dell’animo, la cortesia dei mo<strong>di</strong>, che <strong>di</strong>stinsero<br />

i citta<strong>di</strong>ni migliori <strong>di</strong> quei tempi gloriosi, devono costituire anche per gli<br />

o<strong>di</strong>erni abitanti <strong>di</strong> Firenze una impegnativa consegna.

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