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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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10. Signori car<strong>di</strong>nali, cari amici, possa questo incontro con il successore<br />

<strong>di</strong> Pietro confermarvi nella coscienza della vostra missione. La cultura è<br />

dell’uomo, dall’uomo e per l’uomo. La vocazione del Pontificio Consiglio<br />

per la Cultura, la vostra vocazione, in questo volgere <strong>di</strong> secolo e <strong>di</strong> millennio,<br />

è quella <strong>di</strong> suscitare una nuova cultura dell’amore e della speranza<br />

ispirata dalla verità che ci rende liberi in Gesù Cristo. Questo è lo scopo<br />

dell’inculturazione, questa la priorità per la nuova evangelizzazione. Il<br />

ra<strong>di</strong>camento del Vangelo in seno alle culture è un’esigenza della missione,<br />

come ho ricordato recentemente nell’enciclica Redemptoris missio. Siatene gli<br />

autentici <strong>arte</strong>fici, in comunione profonda con la Santa Sede e tutta la<br />

Chiesa, in seno alle Chiese locali, sotto la guida dei loro pastori.<br />

Con i miei fervi<strong>di</strong> auguri a voi e a quanti vi sono cari, vi assicuro la mia<br />

gratitu<strong>di</strong>ne e la mia preghiera per la fecon<strong>di</strong>tà dei vostri lavori. Come<br />

pegno del mio affetto, vi impartisco <strong>di</strong> cuore la mia bene<strong>di</strong>zione apostolica.<br />

AAS 85 (1993) pp. 57-62; Insegnamenti, XV/1 (1992) pp. 46-52<br />

Testo originale in lingua francese<br />

Discorso per la visita alla mostra<br />

« Il lavoro dell’uomo nella pittura da Goya a Kan<strong>di</strong>skij »<br />

(Città del Vaticano, 14 gennaio 1992)<br />

Signori car<strong>di</strong>nali, illustri signori, cari fratelli e sorelle.<br />

1. Sono lieto <strong>di</strong> poter compiere oggi la visita a questa mostra de<strong>di</strong>cata a<br />

« Il lavoro dell’uomo nella pittura da Goya a Kan<strong>di</strong>skij », la quale vuol<br />

essere come un coronamento e una me<strong>di</strong>tazione ispirata dall’<strong>arte</strong> sui gran<strong>di</strong><br />

temi del lavoro umano, che hanno attirato la riflessione della Chiesa durante<br />

l’anno da poco trascorso.<br />

Saluto <strong>di</strong> cuore tutti voi che prendete p<strong>arte</strong> a questo incontro. Esprimo<br />

il mio grato pensiero e il mio vivo apprezzamento ai responsabili della<br />

Biblioteca Apostolica e alla Società Muse <strong>di</strong> Bologna, che hanno sostenuto<br />

e curato la realizzazione <strong>di</strong> questa interessante iniziativa.<br />

In pari tempo saluto i p<strong>arte</strong>cipanti al Colloquium organizzato in Vaticano<br />

sotto gli auspici del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.<br />

Li ringrazio per la presenza, mentre rivolgo un particolare saluto al<br />

signor Mario Conde per l’appoggio offerto.<br />

Testo originale in lingua inglese<br />

2. Cari amici, vi siete incontrati in seguito alla pubblicazione dell’enciclica<br />

Centesimus annus per <strong>di</strong>scutere il tema: « Dopo il 1991: capitalismo ed<br />

etica ». Il 1991 è stato, infatti, un anno <strong>di</strong> enormi sfide e ha lasciato nella<br />

sua scia straor<strong>di</strong>narie aspettative. Significativamente è stato anche l’anno<br />

che ha segnato il centenario dell’enciclica Rerum novarum <strong>di</strong> papa Leone XIII.<br />

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