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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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Discorso per l’u<strong>di</strong>enza generale<br />

(Città del Vaticano, 23 gennaio 1991)<br />

[...]<br />

Ai gruppi <strong>di</strong> lingua italiana<br />

Rivolgo, inoltre, un cor<strong>di</strong>ale pensiero agli alunni della Scuola Italiana<br />

Vittorio Montiglio <strong>di</strong> Santiago del Cile, venuti a Roma per un viaggio<br />

culturale. Il contatto con il ricco patrimonio storico, artistico e spirituale<br />

della Città eterna, centro del mondo cattolico, vi sia <strong>di</strong> stimolo ad apprezzare<br />

con sempre più viva coscienza i perenni valori morali ispirati alla fede<br />

cristiana, e a costruire su <strong>di</strong> essi la vostra esistenza.<br />

[...]<br />

Messaggio per la XXV Giornata Mon<strong>di</strong>ale<br />

delle Comunicazioni Sociali<br />

(Città del Vaticano, 24 gennaio 1991)<br />

540<br />

Insegnamenti, XIV/1 (1991) pp. 168-177<br />

Cari fratelli e sorelle,<br />

in occasione della celebrazione della giornata mon<strong>di</strong>ale delle comunicazioni<br />

sociali, torniamo al tema che ha costituito il messaggio centrale<br />

dell’istruzione pastorale Communio et progressio, approvata da papa Paolo VI<br />

nel 1971 e relativa all’applicazione del decreto del Concilio Vaticano II<br />

sugli strumenti della comunicazione sociale. Formulata in conformità ai<br />

desiderî dei padri conciliari, l’istruzione in<strong>di</strong>viduava nell’unità e nel progresso<br />

della famiglia umana gli obiettivi principali della comunicazione<br />

sociale e <strong>di</strong> tutti i mezzi <strong>di</strong> cui essa si serve. Nel ventennale <strong>di</strong> questo<br />

importante documento, desidero richiamare tale fondamentale considerazione<br />

per invitare i membri della Chiesa a riflettere, una volta <strong>di</strong> più, sui<br />

gravi problemi e sulle nuove, ricche opportunità, che i continui sviluppi<br />

degli strumenti della comunicazione originano, soprattutto in relazione<br />

all’unità e al progresso <strong>di</strong> tutti i popoli.<br />

Da molto tempo la Chiesa ritiene che i me<strong>di</strong>a (stampa, ra<strong>di</strong>o, televisione<br />

e cinema) sono da considerare dei « doni <strong>di</strong> Dio ». 1 Da quando venne<br />

pubblicata l’istruzione pastorale, l’elenco dei « doni », comprensivo dei<br />

mezzi <strong>di</strong> comunicazione, ha continuato ad allungarsi. Ora, l’umanità <strong>di</strong>spone<br />

<strong>di</strong> mezzi quali satelliti, computer, videoregistratori, e sempre più<br />

avanzati meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> trasmissione e informazione. Il fine <strong>di</strong> questi nuovi doni<br />

è lo stesso dei mezzi <strong>di</strong> comunicazione più tra<strong>di</strong>zionali: avvicinarci l’un<br />

1 Cfr. Pio XII, Miranda prorsus, 8 settembre 1957.

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