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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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Dante Alighieri, come voi ben sapete, lo fa spiegare dallo stesso san<br />

Benedetto: « Quel monte a cui Cassino è nella costa / fu frequentato già in<br />

su la cima / dalla gente ingannata e mal <strong>di</strong>sposta. / E quel son io che su vi<br />

portai prima / lo nome <strong>di</strong> Colui che in terra addusse / la verità che tanto ci<br />

sublima: / E tanta grazia sovra me rilusse / ch’io ritrassi le ville circostanti<br />

/ dall’empio culto che il mondo sedusse ». 1<br />

Qui si è sempre venuti e si viene per incontrare « la verità che tanto ci<br />

sublima », per respirare un’atmosfera <strong>di</strong>versa, trascendente, trasformante.<br />

Perciò, o popoli, venite a Montecassino! Venite a me<strong>di</strong>tare sulla storia<br />

passata e a comprendere il significato vero del nostro terreno pellegrinaggio!<br />

Venite a riacquistare pace e serenità, tenerezza con Dio e amicizia con<br />

gli uomini, per riportare speranza e bontà nelle frenetiche metropoli del<br />

mondo moderno, nell’angoscia <strong>di</strong> tante anime tormentate e deluse!<br />

Venite specialmente voi, giovani, assetati d’innocenza, <strong>di</strong> contemplazione,<br />

d’interiore bellezza, <strong>di</strong> gioia pura; voi che cercate i significati ultimi e<br />

decisivi dell’esistenza e della storia, venite, e riconoscete e gustate la<br />

spiritualità cristiana e benedettina, prima <strong>di</strong> lasciarvi attirare da altre<br />

esperienze!<br />

E voi, monaci Benedettini, tenete viva la vostra spiritualità, la vostra<br />

mistica contemplazione unita al lavoro, inteso come servizio <strong>di</strong> Dio e dei<br />

fratelli! La vostra intima letizia sia la lode <strong>di</strong> Dio per mezzo del forte e dolce<br />

sermone latino e delle sublimi e purificanti melo<strong>di</strong>e gregoriane. Siate <strong>di</strong><br />

esempio al mondo con il vostro lavoro nel silenzio e nell’umile obbe<strong>di</strong>enza.<br />

[...]<br />

24<br />

AAS 71 (1979) pp. 620-625; Insegnamenti, II/1 (1979) pp. 1155-1162<br />

Discorso per il Regina Coeli<br />

(Città del Vaticano, 20 maggio 1979)<br />

Cari fratelli e sorelle,<br />

1. La nostra consueta preghiera domenicale ha oggi un motivo e un<br />

contenuto tutto speciale. A Roma, infatti, la domenica o<strong>di</strong>erna è de<strong>di</strong>cata<br />

alla giornata per le nuove chiese e per l’assistenza religiosa alla periferia<br />

della città, e non voglio passare sotto silenzio questa importante ricorrenza.<br />

Sì, anche Roma ha bisogno <strong>di</strong> nuove chiese, nonostante le molte e<br />

antiche già presenti nel suo centro storico. Sono i nuovi quartieri che<br />

richiedono queste costruzioni, perché siano centri vivi <strong>di</strong> aggregazione<br />

tanto cristiana quanto umana. Come <strong>di</strong>cevo nella visita alla parrocchia<br />

<strong>di</strong> San Giuseppe a Forte Boccea nel marzo scorso, « l’e<strong>di</strong>ficio materiale,<br />

nel quale il popolo fedele si raccoglie per ascoltare la parola <strong>di</strong> Dio e<br />

1 Dante Alighieri, La <strong>di</strong>vina comme<strong>di</strong>a, « Para<strong>di</strong>so », XXII, 37-45.

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