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zione un taglio perpendicolare dell'avorio e delle cellule che esso ricopre,<br />

se si comprime leggermente la preparazione, si osserva, al momento<br />

in cui l'avorio si separa dalle cellule, che i prolungamenti di<br />

queste escono dai loro canalini in alcuni punti. Ch. Robin, Magitot<br />

e Legros posseggono preparazioni di questo genere che sono perfettamente<br />

convincenti.<br />

La prima lamella di dentina comparisce dall'80° all' 85° giorno<br />

sul bulbo dell' incisivo interno della mascella inferiore; la seconda<br />

otto giorni dopo sul tubercolo più alto del molare anteriore; la terza<br />

dopo lo stesso tempo, sul bulbo dell'incisivo esterno; la quarta sul tubercolo<br />

più alto del molare posteriore; la quinta sul bulbo del canino.<br />

Le prime tracce di avorio si mostrano nello stesso ordine sulla<br />

inascella superiore, ma alcuni giorni dopo dei rudimenti corrispondenti<br />

della mascella inferiore.<br />

La prima lamella della dentina è sempre unica per ogni follicolo.<br />

Sugl'incisivi occupa il mezzo del margine tagliente e si estende da<br />

questo punto seguendo una direzione ondulosa. Sui canini è circolare.<br />

Sui molari della prima dentizione, che sono molticuspidali , occupa<br />

il tubercolo più sporgente. Quelle che nascono in seguito ricovrono<br />

gli altri tubercoli, e dal loro slargamento progressivo e dalla loro<br />

saldatura risulta una lamina unica, una specie di cappello, che ricopre<br />

la porzione coronaria del bulbo.—eli strali nuovi che si aggiungono<br />

agli antichi o superficiali, superando questi, discendono a poco a poco<br />

sulla radice, unica o multipla, e finiscono per circondarla per tutta<br />

la sua lunghezza.<br />

Il lavorio che presiede allo sviluppo dell'avorio è molto attivo fino a<br />

che la cavità dentaria resta incompleta. Formatasi questa, si rallenta,<br />

ma non cessa che quando questa cavità, dopo essere divenuta progressivamente<br />

più piccola, è del tutto scomparsa. A misura che essa si restringe<br />

le cellule dell' avorio ed il bulbo che le sostieni- si atrofizzano.<br />

'J. Sriluppn dello smallo. — Si è creduto per mollo tempo che<br />

le cellule dello smalto, .omo quelle dell'avorio, potevano compendiarsi<br />

•ti fosfato di calce, e da questa trasli.rmazione calcarea si faceva provenire<br />

la sostanza dello smalto. Tale era l'opinione di Schwann,<br />

la quale è stata accettata da Tomes, e più recentemente da Waldeyer<br />

ed Hertz. Ma l'osservazione ci ha dimostralo anche che questo cellule<br />

sopravvivono alla formazione dello smalto. Esso non si trasformano<br />

dunque. Al pari delle cellule dell' avorio, segregano un prodotto che<br />

attraversa la membrana pp-formativa per espandersi alla superficie dell'avorio,<br />

o che poi si calcifica. Lalla sua calcificazione risultano i primi<br />

prismi dello smalto od almeno le prime vestigia di questi. Cna volta<br />

incominciata, l'esalazione continua, ed i prismi si allungano sino a che<br />

non abbiano raggiunta tutta la loro estensione.<br />

L'ufficio «Iella membrana preformativa è- dubbio ancora. Cradualmentc

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