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nioni. Morirò lo pone nel numero dei vasi linfatici errore che è
«tato da molto tempo abbattuto. Lauth e molti altri osservatori moderni
lo considerano come -un avanzo del corpo di Wolff.
Ma l'esistenza del diverticolo dell'epididimo mi sembra che si rifi*risca
piuttosto al modo di constituzione dell'apparecchio seminifero.
Sui canali che segregano lo sperma abbiamo visto che si trovano
diverticoli, molto corti, è vero, per la maggior parte: sUUa origine
dei vasi efferenti se ne trovano alcune volte; fra poco vedremo che
le vescichette seminali sono formate da un canale irto aneh esso di
diverticoli larghi e flessuosi. Prolungamenti a diverticolo si trovano
dunque a scaglioni, per così dire, su tutta l'estensioni- delle vie ohe
percorre Io sperma. Solamente, sopra alcuni punti sono quasi costanti,
in altri si mostrano raramente. Ma rari o costanti, sono
della stessa natura, della stessa provenienza e presentano tra loro
una si stretta analogia, che debbono riguardarsi come organi, se non
identici , almeno molto analoghi. Il canale annesso all'epididimo
in alcuni individui fa parti; di questo piccolo gruppo di organi, e
non differisce dagli altri prolungamenti dello stesso ordine che per
la sua esistenza più variabile e più rara.
e. — Vasi, nervi, tessuto cellulare ilei testicolo.
i" AuTEitiR. Nascono da due sorgenti: dalla spermatica branca
dell'aorta, e dall'arteria deferenziale. ramo della vescicale inferiore
0 «lell'etnorroidaria media.
L'arteria spermatica, arrivata sui limiti della glandola, si divide
m due branche molto ineguali: una che si porta indietro ed in basso
all'epididimo, al (piale e destinata; l'altra che penetra nel corpo
d'Ilighmoro. Questa si suddivide in rami superficiali o periferici, e centrali
o profondi.
I rami periferici o superficiali camminano nella spessezza «Iella
tunica albuginea, ravvicinandosi sempreppiù alla sua faccia profonda,
"lilla quale ben presto fan prominenza, e danno nel loro cammino
numerosi rametti, che si terminano nel tessuto proprio del testicolo.
1 più Itinyhi si estendimi) sino al margine inferiore dell'organo, ove
"i ripiegano per camminare in seguito nella spessezza della glandola.
l'i i rami che serpeggiano sulla periferia dell'organo, ne esiste quasi
fiinpre uno più considerevole, che si dirige dapprima indietro, e che»
«li-cernie in seguito sulla faccia interna della glandola. Alcune volte
>i nota un ramo analogo sulla faccia esterna. Ambedue souo accomunati
ila due vene
I rmii centrali o profondi, molto numerosi, irradiano dal corpo
•Ufiithmom verso la superficie interna della tunica albuginea. seguendo
la direzione dei setti tlbrosi, nella spessezza dei quali sono «i-