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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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l’orchestrazione dei diversi elementi, P conferí sempre<br />

alle sue rappresentazioni un grandioso senso dello spazio;<br />

raggiunse effetti monumentali, a contrasto col brio dispiegato<br />

nella descrizione delle figurine che popolano le sue<br />

scene, quando registrò la cronaca della corte pontificia<br />

(Vis<strong>it</strong>a di Carlo III in San Pietro, 1745: Napoli, Capodimonte;<br />

Vis<strong>it</strong>a di Carlo III al Quirinale, 1746: ivi), feste<br />

(Festa in piazza Navona, 1729: Parigi, Louvre) o scene di<br />

teatro (Concerto in occasione delle nozze del Delfino, 1747:<br />

ivi). Giustamente celebri le sue «gallerie», sia reali (Galleria<br />

del cardinal Valenti Gonzaga: Hartford, Wadsworth<br />

Atheneum) che immaginarie (Roma antica e Roma moderna:<br />

Parigi, Louvre), nelle quali la vasta definizione dello<br />

spazio si accompagna a una documentazione fedele degli<br />

stili dei dipinti rappresentati e degli oggetti.<br />

L’opera di P, assai cospicua (quadri suoi sono osp<strong>it</strong>ati in<br />

numerosi musei europei e americani) ebbe vasta diffusione,<br />

soprattutto in Francia, paese col quale l’artista fu particolarmente<br />

in rapporto a causa della protezione del<br />

cardinale de Polignac e del matrimonio con la sorella di<br />

Nicolas Vleughels, direttore dell’Accademia di Francia a<br />

Roma. Fu membro dell’Accademia francese (1732); dal<br />

1718 faceva parte della Congregazione dei Virtuosi al<br />

Pantheon e dal 1719 dell’Accademia di San Luca, dove<br />

insegnò prospettiva e della quale fu eletto principe nel<br />

1759. Era inoltre membro dell’Arcadia (1743). Il suo migliore<br />

continuatore fu un francese, Hubert Robert, che ne<br />

ered<strong>it</strong>ò soprattutto l’interesse per le rovine antiche, in lui<br />

però animato da uno spir<strong>it</strong>o «visionario» che al lucido P<br />

restò sostanzialmente estraneo. (grc+sr).<br />

Dei due figli, Giuseppe (Roma 1720-1812) e Francesco<br />

(Roma 1725 ca. - post 1794), il primo fu arch<strong>it</strong>etto e archeologo,<br />

il secondo collaboratore nei dipinti paterni, ma<br />

soprattutto autore di importanti serie di disegni di veduta,<br />

per lo piú preparatori per incisioni. Mariette lo definí<br />

«p<strong>it</strong>tore mediocre, ma molto abile nella prospettiva»; è<br />

probabile che a lui spettino molti dei dipinti di Giovan<br />

Paolo r<strong>it</strong>enuti di bottega. I disegni di Francesco P furono<br />

tradotti su lastra da Giovanni Volpato, Giuseppe Vasi,<br />

Francesco Barbazza, Giovanni Ottaviani. (sr).<br />

Pannonio, Michele<br />

(notizie tra il 1415 e il 1459). Proveniente dalla Pannonia,<br />

la sua presenza è documentata a Ferrara dal 1415;<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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