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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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come apertura in direzione dell’esterno (la cornice funge<br />

da finestra) presuppongono una distanza per l’osservazione<br />

(Salvemini, 1990). I legami innegabili di tale decorazione<br />

p<strong>it</strong>torica con la pratica teatrale diventano emblematici<br />

nell’esplosione scenografica del Quarto stile. Il carattere<br />

effimero delle arch<strong>it</strong>etture e la minuzios<strong>it</strong>à di ogni<br />

dettaglio decorativo sono lontani da un principio organizzativo<br />

d’insieme.<br />

Medioevo Nell’arte altomedievale si attua una rottura<br />

della spazial<strong>it</strong>à prospettica aperta dal mondo classico. La<br />

figurazione bizantina privilegia le ricerche sulla superficie,<br />

nobil<strong>it</strong>ata da materiali preziosi in un’accentuata schematizzazione.<br />

Cosí la simbologia prevale sul senso terreno<br />

delle cose secondo una concezione che dà all’atto visivo<br />

una pregnanza spir<strong>it</strong>uale. Vengono meno gli interessi volumetrici<br />

e naturalistici con il risultato che le stesse<br />

elaborazioni arch<strong>it</strong>ettoniche rientrano come part<strong>it</strong>i decorativi<br />

nell’economia della rappresentazione bidimensionale;<br />

si veda a tal propos<strong>it</strong>o, l’immagine del Palazzo di Teodorico<br />

nel mosaico ravennate di Sant’Apollinare nuovo<br />

(500-25 ca.). Nella stessa chiesa la Teoria di sante (550-<br />

600 ca.) cost<strong>it</strong>uisce un episodio rilevante per la ripetizione<br />

degli elementi figurali, la paratassi di motivi<br />

compos<strong>it</strong>ivi che comporta la molteplic<strong>it</strong>à dei punti di<br />

fuga. Alcuni indici di profond<strong>it</strong>à, tra cui gli scorci, permangono<br />

nella p<strong>it</strong>tura bizantina. Vari episodi di p fugata<br />

e assonometria assolutamente privi di coordinazione si<br />

rintracciano nella p<strong>it</strong>tura e nella miniatura di stile romanico<br />

sino al sec. xii. A volte sembra che si voglia colmare<br />

l’assenza di spazio tram<strong>it</strong>e piccoli espedienti; nella miniatura<br />

che raffigura San Gregorio allo scr<strong>it</strong>toio della fine del<br />

sec. x (Treviri, sb), il piede destro del santo sporge dal<br />

basamento in primo piano quasi a indagare la sua possibil<strong>it</strong>à<br />

di estensione. Sul versante scientifico spiccano i trattati<br />

sull’ottica di studiosi e filosofi arabi, importanti perché<br />

segnano la ripresa del pensiero greco. Verso la fine<br />

del Duecento la p<strong>it</strong>tura <strong>it</strong>aliana di Cimabue e Pietro Cavallini<br />

comincia il distacco dalla linear<strong>it</strong>à dell’icona bizantina<br />

nel recupero del senso plastico della figura, posizionata<br />

in prossim<strong>it</strong>à delle arch<strong>it</strong>etture. Un passaggio imprescindibile<br />

per il raggiungimento della prospettiva razionale<br />

nei primi del Quattrocento si ha con Giotto, esemplificato<br />

nei Coretti della Cappella degli Scrovegni (Padova,<br />

1303-305), veri e propri incunaboli del trompe-l’œil. Le<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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