13.06.2013 Views

Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

torpore umano delle figure e per la sorprendente curios<strong>it</strong>à<br />

naturalistica. Soltanto nel Quattrocento inoltrato (1476-<br />

84) la decorazione della parete fu terminata da Benozzo<br />

Gozzoli, con una serie un po’ monotona di affreschi che<br />

fa rimpiangere il rifiuto dei pisani di allogarli a Vincenzo<br />

Foppa. Ai cicli p<strong>it</strong>torici del Camposanto, divenuti sub<strong>it</strong>o<br />

celeberrimi tanto da provocare attribuzioni m<strong>it</strong>iche a<br />

Giotto stesso, ad Andrea Orcagna e a Simone Martini,<br />

dopo i danni sub<strong>it</strong>i nel corso dei secoll, è toccato un disastro<br />

irreparabile con l’incendio verificatosi durante il passaggio<br />

del fronte nell’ultima guerra. I restauri successivi li<br />

hanno salvati solo in parte, rimettendo anche in luce<br />

molte sinopie – bellissime quelle di Buffalmacco e di<br />

Piero di Puccio – riun<strong>it</strong>e dal 1979 nel vicino Museo delle<br />

sinopie. Da tempo si è in attesa di un importante intervento<br />

di riqualificazione del complesso del Camposanto,<br />

oggi molto degradato. (Ib).<br />

Pisanello (Antonio Pisano, detto il)<br />

(Pisa, ante 1395? - 1455). Ignota è la sua data di nasc<strong>it</strong>a;<br />

si presume non fosse molto prima del 1395, anno in cui il<br />

padre Puccio di Giovanni da Cerretto lo nomina nel testamento<br />

come proprio erede universale. Poco dopo, la<br />

madre Isabella pare essersi trasfer<strong>it</strong>a a Verona, dove è documentato,<br />

nel 1401, il suo secondo marilo, Bartolomeo.<br />

È quindi a Verona che P dovette formarsi, a contatto con<br />

il pieno fiorire dell’arte squis<strong>it</strong>amente delicata di Stefano<br />

da Verona, dal quale assimilò l’uso di una linea r<strong>it</strong>mica e<br />

fluida, in composizioni rette da curve armonicamente intrecciantisi<br />

o tangenti tra di loro, come appare dalla Madonna<br />

della quaglia (Verona, Museo di Castelvecchio), la<br />

prima opera del suo catalogo, la cui contrastata attribuzione<br />

a P in alternativa a quella a Stefano, se accettata, è da<br />

collocarsi attorno al 1420. Le sue qual<strong>it</strong>à tecniche e stilistiche,<br />

cosí affini a quelle del veronese, servono d’altronde<br />

a chiarire gli strettissimi rapporti che legano gli esordi<br />

del p<strong>it</strong>tore pisano a Stefano, cosí come i suoi forti deboli<br />

(ed è questo l’elemento che vincolerebbe l’autografia della<br />

tavola a P) con l’universo espressivo di Gentile da Fabriano,<br />

presente in Veneto dal 1408 al 1414. I documenti veronesi<br />

ricordano, nel 1409 e 1411, la madre Isabetta come<br />

presente a Verona, senza però far cenno al figlio, che<br />

forse già a queste date precoci dava avvio alla propria carriera<br />

di artista multiforme e <strong>it</strong>inerante, legandosi in soda-<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!