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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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all’arte dei popoli cacciatori e raccogl<strong>it</strong>ori del Paleol<strong>it</strong>ico<br />

superiore europeo, s<strong>it</strong>uabile in un lasso di tempo compreso<br />

tra 30 000 e 10 000 a. C.<br />

È sorprendente che tali manifestazioni artistiche possano<br />

essersi mantenute anche 30 000 anni venendo cosí a cost<strong>it</strong>uire<br />

una basilare fonte documentaria per lo studio<br />

dell’evoluzione culturale dell’uomo. Anche se i prodotti<br />

dell’arte preistorica giunti fino a noi sono in quant<strong>it</strong>à notevole,<br />

essi tuttavia rappresentano molto probabilmente<br />

una percentuale piuttosto ridotta nell’amb<strong>it</strong>o della loro<br />

categoria nel periodo in questione. Per esempio tutte le<br />

manifestazioni artistiche esegu<strong>it</strong>e su supporti non durevoli<br />

(pelle, corteccia, ecc.) non si sono assolutamente conservate,<br />

come pure le decorazioni corporali. Problematica appare<br />

anche la conservazione della p<strong>it</strong>tura: infatti solo<br />

quella esegu<strong>it</strong>a all’interno delle caverne, in condizione<br />

ambientali stabili, ha avuto qualche possibil<strong>it</strong>à di mantenersi<br />

fino a noi. Esistono inoltre sicure prove dell’uso del<br />

colore anche fuori da questo ambiente, ma si tratta solo<br />

di poche tracce sbiad<strong>it</strong>e. La presenza dell’arte all’interno<br />

delle caverne ha permesso l’analisi dei rapporti tra le varie<br />

raffigurazioni e di intravedere l’esistenza di una matrice<br />

ideologica dietro l’arte paleol<strong>it</strong>ica.<br />

Le scoperte La prima scoperta di arte paleol<strong>it</strong>ica di tipo<br />

parietale ebbe luogo nel 1879, quando M. de Sautuola<br />

scoprì il soff<strong>it</strong>to dipinto con i celebri bisonti policromi<br />

della grotta di Altamira in Spagna. Ne attribuì l’esecuzione<br />

agli antichi maddaleniani, di cui egli scavava l’insediamento<br />

all’ingresso della grotta stessa. Per vincere lo<br />

scetticismo del mondo scientifico ci volle un ventennio di<br />

dispute appassionate ma soprattutto furono necessarie<br />

nuove scoperte di grotte dipinte in Francia come quelle di<br />

La Mouthe nel 1895, di Marsoulas nel 1897 e di Font-de-<br />

Gaume nel 1901. Da allora i r<strong>it</strong>rovamenti si sono moltipllcati:<br />

dapprima in uno slancio di ricerca che ha permesso<br />

di mettere in luce i grandi santuari (Niaux, Le Portel, Les<br />

Trois Frères, ecc.), in segu<strong>it</strong>o grazie all’esplorazione sistematica<br />

e finalizzata delle grotte che fino ai giorni nostri<br />

non ha cessato di ampliare la lista delle caverne decorate.<br />

L’ultima in ordine di tempo, non certo per qual<strong>it</strong>à artistiche,<br />

è la grotta di Sormiu, sulla Costa Azzurra, che<br />

presenta l’entrata localizzata a 36 m sotto il livello del<br />

mare, per l’innalzamento del livello marino avvenuto<br />

dopo la fine dell’ultima glaciazione, e che, in un salone lo-<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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