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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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come p<strong>it</strong>tore di ghirlande di fiori: un genere sugger<strong>it</strong>ogli,<br />

a quanto pare, dalla donna amata, Glicera, che vendeva<br />

corone floreali e che egli r<strong>it</strong>rasse in un celebre quadro, dal<br />

quale probabilmente deriva la raffigurazione della Fanciulla<br />

che raccoglie fiori di Stabia. Dalle sue composizioni derivò<br />

inoltre l’uso di introdurre soggetti animali e vegetali,<br />

putti e allegorie nella p<strong>it</strong>tura decorativa di pareti e soff<strong>it</strong>ti.<br />

(mlg).<br />

pavese<br />

(arcaico palvese). Grande scudo da infiggere a terra come<br />

riparo per il combattente a piedi; per estensione, scudo in<br />

genere. Nella milizia medievale il p (detto anche tavolaccio)<br />

veniva portato da un addetto (pavesaio) e serviva<br />

come protezione dell’arciere e del balestriere. Questo tipo<br />

di scudo cominciò ad essere usato nelle milizie comunali<br />

nel sec. xiii e durante il xiv si diffuse specialmente in<br />

Francia e in Inghilterra. Era di forma rettangolare percorso<br />

al centro da una grande costolatura long<strong>it</strong>udinale che<br />

recava spesso all’interno un’asta imperniata in alto che,<br />

divaricata, serviva da appoggio. Generalmente il p era<br />

realizzato in legno e ricoperto di pelle o di pergamena variamente<br />

dipinta ma in epoca successiva era anche in metallo.<br />

Nel sec. xv trionfano sul p i colori e le imprese araldiche,<br />

senza tuttavia modificarne la funzionale forma difensiva.<br />

Tra gli esemplari piú noti si ricordano il p dipinto da Taddeo<br />

di Bartolo (Firenze, Museo Bardini) e quello esegu<strong>it</strong>o<br />

da Andrea del Castagno su cuoio raffigurante Davide con<br />

la testa di Golia (Washington, ng). (svr).<br />

Pavia<br />

La distruzione di alcune imprese-chiave della cultura figurativa<br />

lombarda ci lascia un’immagine fortemente diminu<strong>it</strong>a<br />

della produzione artistica pavese della seconda metà<br />

del Quattrocento. Dal 1474 una singolare società di artisti<br />

lavora alla realizzazione di una complessa ancona nella<br />

Camera delle Reliquie del Castello Visconteo: Bonifacio<br />

Bembo, Giacomino Vismara, Vincenzo Foppa, Zanetto<br />

Bugatto e Costantino da Vaprio. I medesimi artisti negli<br />

stessi anni affrescano il tramezzo di San Giacomo con le<br />

Storie della Passione, impresa di fondamentale significato<br />

religioso e iconografico, che rappresenta uno dei prototipi<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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