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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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mo), diventando un punto di riferimento obbligato per<br />

maestri già attivi da anni in zona (G. B. Lama), ma soprattutto<br />

influenzando profondamente i nuovi immigrati<br />

degli anni Settanta (Teodoro d’Errico) e l’ultima grande<br />

generazione dei manieristi locali (Imparato, Santafede,<br />

Curia). Tra il 1568 e i primi dell’ottavo decennio intervenne<br />

ancora da protagonista sulla scena romana lasciando<br />

alcuni dei suoi capolavori piú noti (due Resurrezioni:<br />

Galleria Borghese e Oratorio del Gonfalone; Pietà: Santa<br />

Maria in Aracoeli) che, insieme alle incisioni da sue invenzioni<br />

del Cort (1568) del Cartaro (1571) e di Cherubino<br />

Alberti (1579), svolsero un ruolo di rilievo anche tra le<br />

componenti culturali dei giovani protagonisti del manierismo<br />

internazionale. Come risulta da documenti ancora in<br />

parte ined<strong>it</strong>i morí a Napoli nel 1583. Non resta traccia<br />

della sua attiv<strong>it</strong>à di teorico dell’arch<strong>it</strong>ettura ricordata dal<br />

Lomazzo. (aze).<br />

Pino, Paolo<br />

(attivo tra Padova e Venezia intorno alla metà del Cinquecento).<br />

P<strong>it</strong>tore e teorico della p<strong>it</strong>tura veneta, forse veneziano,<br />

mancano notizie documentarie su di lui. La sua<br />

fisionomia di p<strong>it</strong>tore qual<strong>it</strong>ativamente non eccelso si sta<br />

delineando ora con maggior precisione, grazie all’aggiunta<br />

di alcune nuove opere di destinazione pubblica a un corpus<br />

sinora prevalentemente r<strong>it</strong>rattistico che comunque,<br />

tra dipinti certi e attribu<strong>it</strong>i, non eccede la ventina (compresi<br />

quelli perduti noti solo dalle fonti); le opere superst<strong>it</strong>i<br />

sono in buona parte firmate e spesso datate, entro un<br />

arco di tempo compreso tra il 1334 e il 1565. Allievo dichiarato<br />

del Savoldo, presenta scarse affin<strong>it</strong>à stilistiche<br />

col maestro, pur rivelando un idioma figurativo leggermente<br />

attardato rispetto alla Venezia di Tiziano, Tintoretto<br />

e Veronese, piú vicino alla periferia veneta (anzi,<br />

lombarda) di Brescia e Bergamo. A Noale, dove risulta<br />

abbia operato abbastanza a lungo nel corso del quinto<br />

decennio, i suoi dipinti sono andati distrutti, mentre sopravvive<br />

nella piazza del paese il basamento della colonna<br />

civica, realizzato su suo progetto. La ricca e armoniosa<br />

decorazione rinascimentale con festoni, scudi, cartelle,<br />

sfingi, foglie di acanto, rivela una tendenza classicistica di<br />

marca lombardesca, piú felice ed elegante dell’impaccio<br />

avvertibile nei suoi dipinti.<br />

La fama di P resta affidata soprattutto al suo Dialogo di<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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