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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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un’ipotesi di F. Bologna, per volere dello stesso Alfonso<br />

che si era personalmente interessato all’adattamento del<br />

palazzo a Ospedale Maggiore, completato nel 1449, l’affresco<br />

mostra la compresenza di diverse componenti culturali:<br />

ai presupposti ancora tardogotici catalani e francoborgognoni,<br />

affini ai modi di Martorell, si aggiunge una<br />

conoscenza approfond<strong>it</strong>a del mondo fiammingo e provenzale,<br />

con molteplici consonanze con le prime opere di Colantonio<br />

e con l’arte di Pisanello per gli elementi macabro-realistici,<br />

rilevanti nell’intera raffigurazione, tanto da<br />

aver fatto ipotizzare un suo diretto intervento nell’opera.<br />

Gli aspetti piú essenziali del linguaggio del Trionfo della<br />

Morte non restano isolati se echi consistenti si r<strong>it</strong>rovano<br />

nei rovinatissimi affreschi della cappella La Grua Talamanca<br />

e cost<strong>it</strong>uiscono anche la matrice culturale di molteplici<br />

opere e artisti che improvvisamente compaiono in Sicilia,<br />

e in particolare a P. Accenti borgognoni, messi in<br />

relazione con la cultura del Trionfo, è dato cogliere ad<br />

esempio nel raffinatissimo Pol<strong>it</strong>tico dei santi V<strong>it</strong>o e Castrense<br />

(Galleria Regionale). Piú complesse esperienze, individuate<br />

preminentemente in influenze catalane e provenzali,<br />

cost<strong>it</strong>uiscono il sostrato culturale del pol<strong>it</strong>tico<br />

proveniente da Corleone con l’Incoronazione della Vergine<br />

e santi (ivi) attribu<strong>it</strong>o a Guglielmo Pesaro, e di un tr<strong>it</strong>tico<br />

con la Madonna col Bambino e santi, datato 1462, originariamente<br />

ad Alcamo (ivi). La penetrazione in Sicilia di<br />

questi riflessi, cosí strettamente connessi con la produzione<br />

figurativa, ricca e articolata, della Napoli alfonsina,<br />

può trovare una spiegazione nella diaspora segu<strong>it</strong>a alla<br />

morte di Alfonso il Magnanimo nel 1458, circostanza che,<br />

tra l’altro, condusse in Sicilia lo scultore Domenico Gagini<br />

e determinò il rientro del piú grande p<strong>it</strong>tore siciliano,<br />

Antonello, da Messina, stabilmente insediato nella sua<br />

c<strong>it</strong>tà dal gennaio del 1460. La sostanziale innovazione<br />

portata in Sicilia da Antonello non ebbe però nella p<strong>it</strong>tura<br />

palerm<strong>it</strong>ana un segu<strong>it</strong>o rilevante, e rimase piú aderente al<br />

tipo di cultura catalano-borgognone-provenzale. Da questa<br />

e da contatti con l’attiv<strong>it</strong>à di Guglielmo Pesaro ha origine<br />

la formazione di Tommaso de Vigilia, la cui attiv<strong>it</strong>à,<br />

discontinua e arcaizzante nella fase piú tarda, mostra palesemente<br />

le complesse tangenze con questa cultura (Tr<strong>it</strong>tico<br />

della Verdura: ivi) e con l’opera dell’Huguet, soprattutto<br />

nel raffinato Battesimo della collezione Santocanale.<br />

L’ultimo ventennio del secolo, attivo ancora il de Vigilia,<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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