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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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ghini). I pigmenti, appos<strong>it</strong>amente miscelati a seconda del<br />

colore da ottenere e un<strong>it</strong>i a colla di pelle, erano stesi in<br />

piú mani, dando al foglio corpo, spessore. La superficie<br />

veniva spesso brun<strong>it</strong>a e il disegno rifin<strong>it</strong>o a penna e ad acquerello<br />

e lumeggiato a biacca. Le carte tinte direttamente<br />

dall’artista vanno distinte da quelle colorate in pasta,<br />

già in commercio dalla fine del Quattrocento. Per le tele<br />

l’incollaggio ha cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o spesso l’unica forma di p come<br />

ampiamente testimoniano alcuni autori dal Trecento in<br />

poi, importanti documenti d’archivio e un esteso numero<br />

di opere. Tale procedimento fu soprattutto adottato per<br />

dipinti a colla e a guazzo e per tele sottili o tessuti delicati<br />

– la seta, ad esempio –, con i quali si realizzarono stendardi,<br />

finti arazzi, succhi d’erbe e simili. L’impregnazione<br />

con colla era principalmente tesa a ev<strong>it</strong>are che la tela assorbisse<br />

il legante rendendo la p<strong>it</strong>tura incoerente e opaca;<br />

essa, inoltre, consentiva di compattare bene i fili e di occludere<br />

gli interstizi, riducendo la flessibil<strong>it</strong>à del tessuto<br />

pur senza irrigidirlo al punto da impedirne la piegatura o<br />

l’arrotolamento necessari a conservare o a trasportare il<br />

manufatto. Inizialmente (Eraclio) si preferiva immergere<br />

la tela nella colla per poi, una volta asciugata, levigarla<br />

con un pressoio e tenderla sul telaio; nei secoli successivi,<br />

la colla, calda e fluida, veniva data a pennello in una o piú<br />

mani, a volte anche su ambedue le facce; oppure, fredda e<br />

gelatinosa, a stecca.<br />

Per i dipinti a tempera veri e propri il metodo adottato ricalcava<br />

invece quello tradizionale della p dei dipinti su tavola:<br />

dopo l’incollaggio la tela veniva ugualmente ricoperta<br />

di gesso e colla – al fine di renderne bianca compatta e<br />

levigata la superficie –, ma in strato piú sottile composto<br />

a volte anche con l’aggiunta di sostanze plastificanti quali<br />

zucchero o miele nel tentativo di renderlo elastico per<br />

adeguarlo alla caratteristica flessibil<strong>it</strong>à del supporto.<br />

La colla ha la proprietà di rigonfiarsi in acqua passando<br />

dallo stato secco a uno gelatinoso: la preponderante presenza<br />

di colla nelle p appena descr<strong>it</strong>te consentiva di agevolare<br />

la stesura dei colori semplicemente inumidendo la tela<br />

dal verso, tanto in fase di esecuzione quanto prima di riprendere<br />

il lavoro se lo si era interrotto e i colori si erano<br />

nel frattempo asciugati. L’accorgimento tecnico è ripetutamente<br />

segnalato dalle fonti (Vasari, Armenini, ecc.), e già<br />

Cennini riferisce che «la tela r<strong>it</strong>iene un poco il molle, ed è<br />

proprio come lavorassi in fresco cioè in muro».<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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