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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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correnti artistiche. Alcuni affreschi in Val di Susa (lunetta<br />

di San Giusto a Susa, 1125-30; cappella di San Valeriano<br />

a Borgone, primo quarto del sec. xii) risentono dell’influsso<br />

della p<strong>it</strong>tura romanica francese. La Crocifissione di San<br />

Giusto è stata infatti avvicinata, per espressiv<strong>it</strong>à e tendenza<br />

alla stilizzazione delle forme, agli affreschi di Saint-<br />

Nicolas a Tavant (fine sec. xi) e di Saint-Aignan a Brinaysur-Cher<br />

(1120 ca.). Per parte loro, alcune figure degli affreschi<br />

dell’Oratorio di San Siro nel Duomo di Novara<br />

(118o ca.), come per esempio il Sant’Evanzio, permettono<br />

confronti con l’oreficeria mosana della seconda metà del<br />

sec. xii; nel classicismo, cioè, di certi panneggi si coglie<br />

una traccia minimale dello stile 1200, mentre il referente<br />

culturale principale continua a rimanere l’arte bizantina,<br />

in particolare – secondo recenti studi – quella comnena<br />

del sec. xii. Questi ultimi hanno anche chiar<strong>it</strong>o la funzione<br />

dell’Oratorio (originariamente cappella privata al piano<br />

inferiore del palazzo episcopale) e la figura del comm<strong>it</strong>tente<br />

(Bonifacio, vescovo di Novara dal 1172 al 1194).<br />

Nello stesso arco di anni le biblioteche monastiche di<br />

Staffarda (nel Saluzzese) e di Novalesa si arricchiscono di<br />

codici miniati provenienti dalla Francia settentrionale e<br />

dall’Inghilterra, mentre intorno al terzo quarto del secolo<br />

si pensa sia giunta nella biblioteca cap<strong>it</strong>olare di Torino<br />

una Bibbia atlantica miniata nell’Italia centrale (Torino,<br />

Archivio Arcivescovile, fondo Archivio Cap<strong>it</strong>olare). Sono<br />

infine datati tra xi e xii secolo alcuni mosaici pavimentali,<br />

distribu<strong>it</strong>i tra P orientale e occidentale, mentre risalgono<br />

probabilmente al sec. xi quelli della Cattedrale di Acqui<br />

(oggi Torino, mc), dell’abbazia di Fruttuaria a San Benigno<br />

Canavese, e del Duomo di Ivrea; al sec. xii, il mosaico<br />

del Duomo di Novara, del Duomo di Casale, di Santa<br />

Maria Maggiore a Vercelli (Vercelli, Museo Leone), di<br />

San Salvatore a Torino (Torino, mc) e infine quello recentemente<br />

scoperto nella Cattedrale di Asti.<br />

L’elemento qualificante del sec. xiii continua a essere la<br />

compresenza nel terr<strong>it</strong>orio piemontese di orientamenti stilistici<br />

differenziati, che a volte convivono addir<strong>it</strong>tura<br />

nella stessa chiesa o all’interno di uno stesso affresco.<br />

Probabilmente da riferire agli ultimissimi anni del sec. xii<br />

il noto Rotulo di Vercelli concep<strong>it</strong>o come copia (per eventuali<br />

interventi di restauro o rifacimento) del ciclo di affreschi<br />

di età romanica, oggi perduti, del Duomo c<strong>it</strong>tadino;<br />

documento destinato a rimaner fedele – data la sua<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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