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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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omano, da collocarsi intorno al 1615, gli fornì un repertorio<br />

di motivi e immagini cui attingere ininterrottamente<br />

per tutto il suo percorso. Il momento migliore della<br />

sua attiv<strong>it</strong>à p<strong>it</strong>torica coincide con la presenza a Todi del<br />

vescovo Marcello Lante (tornato a Roma nel 1624): a<br />

questo periodo risalgono l’Incoronazione della Vergine<br />

(1618: Todi, San Fortunato), la decorazione della cappella<br />

Accursi (1620 ca.), varie tele già in San Silvestro<br />

(San Benedetto e Santa Teresa, 1621: oggi in Santa Prassede),<br />

la Bottega di Giuseppe (1623: San Giuseppe dei<br />

Falegnami). Baglione, Orbetto, Passignano, e in qualche<br />

caso Gentileschi, appaiono i suoi principali riferimenti<br />

culturali; in dipinti piú tardi (affreschi della galleria del<br />

Palazzo vescovile, 1629; Scala Santa, 1635: in San Francesco)<br />

e in quelli – molto numerosi – per le chiese del<br />

contado unisce, a gustose notazioni di carattere narrativo,<br />

riprese stanche e involute dal suo piú felice momento<br />

iniziale. (Iba).<br />

pol<strong>it</strong>tico<br />

Dal latino tardo polypthychus, complesso di tavole dipinte<br />

o a rilievo, composto di piú pannelli o comparti, generalmente<br />

di un pannello centrale affiancato da pannelli laterali<br />

fissi o mobili, detti ante, in grado di ribattersi fino a<br />

sovrapporsi al pannello centrale, e collocato sulla mensa<br />

di un altare. Oggetti compos<strong>it</strong>i erano già i d<strong>it</strong>tici, coppie<br />

di tavolette incernierate di comune uso l<strong>it</strong>urgico in età<br />

tardo-antica, derivate dal d<strong>it</strong>tico consolare romano. Se il<br />

p, oltre ai pannelli laterali fissi, comporta una o due coppie<br />

di ante, è detto p di trasformazione, poiché consente<br />

di modificare il contesto iconografico in relazione a diverse<br />

e particolari esigenze l<strong>it</strong>urgiche e cultuali. Peculiare ai<br />

p <strong>it</strong>aliani è il fatto di non essere concep<strong>it</strong>i per essere aperti<br />

e richiusi come spesso avveniva, anche in relazione a<br />

fattori di tipo climatico, nei paesi nordici; a scomparti<br />

mobili potevano tuttavia essere tr<strong>it</strong>tici finalizzati alla devozione<br />

privata, di dimensioni relativamente ridotte,<br />

adatti quindi ad essere facilmente spostati. Sono noti<br />

esempi di tavole d’altare tripart<strong>it</strong>e appartenenti ai secoli<br />

xii e xiii, non soltanto in Italia. Nel Duecento, a giudicare<br />

dalle testimonianze superst<strong>it</strong>i, alla tavola isolata si affianca,<br />

soprattutto nel caso di comm<strong>it</strong>tenze di particolare<br />

rilievo, il p a piú scomparti alla cui base fu introdotta la<br />

predella inizialmente in funzione meramente strutturale.<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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