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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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di Monaco (1833-35), poi presso Delaroche a Parigi<br />

(1839-41), e per sua stessa ammissione p<strong>it</strong>tore di non<br />

grande talento, sarebbe di certo caduto nell’oblio se il<br />

successo ottenuto dalla pubblicazione dei ricordi di un<br />

viaggio in Italia (Südfrüchte, Leipzig 1854) non l’avesse<br />

orientato verso la letteratura, aprendogli le colonne del<br />

miglior giornale tedesco dell’epoca, l’«Augsburger Allgemeine<br />

Ze<strong>it</strong>ung». Si fece presto un’ineguagliata reputazione<br />

di cr<strong>it</strong>ico d’arte. I suoi resoconti delle grandi mostre<br />

di Monaco (1865; 1869; 1876; 1883), Parigi (1867;<br />

1878), Vienna (1873), vennero raccolti in volume. P ha<br />

inoltre lasciato un’opera sugli artisti tedeschi del sec. xix,<br />

una storia della p<strong>it</strong>tura a Monaco nel sec. xxix e Memorie<br />

che cost<strong>it</strong>uiscono una preziosa fonte di notizie sull’epoca.<br />

Liberale in gioventù, prese part<strong>it</strong>o sia contro il neoclassicismo<br />

che contro la scuola di Cornelius. Ammirava la p<strong>it</strong>tura<br />

di colore, a cui la cr<strong>it</strong>ica tedesca affibbiava la qualificava<br />

di «realista» e che, rivoluzionaria nel 1830, con Piloty<br />

sino a Bonnat sarebbe diventata il nuovo stile accademico<br />

della seconda metà del secolo. P restò sordo alle<br />

nuove correnti dall’impressionismo in poi. Il suo crescente<br />

nazionalismo, che ne fece un fanatico del secondo<br />

Reich, intrise e falsò presto tutta la sua cr<strong>it</strong>ica d’arte, che<br />

tuttavia, per il vasto pubblico che ebbe, resta testimonianza<br />

insost<strong>it</strong>uibile dei gusti dominanti nella Germania<br />

del tempo. (pv).<br />

Pedersen, Carl Henning<br />

(Copenhagen 1913-1993). Autodidatta, comincia a dipingere<br />

nel 1933, e sulle prime è tentato dall’astrattismo geometrico,<br />

derivante da Kandinsky. Per impulso di Jacobsen,<br />

poi di Mirò, evolve a partire dal 1937 verso<br />

un’espressione assai personale, ove il sole e la luna, e gli<br />

animali familiari (tra i quali è privilegiato l’uccello), fanno<br />

da corteggio all’essere umano in preda ai suoi sogni (il<br />

Santo e gli animali, 1939: Copenhagen, Gabinetto delle<br />

stampe). Nel 1939 è a Parigi; tornato a Copenhagen,<br />

prende parte alle attiv<strong>it</strong>à della rivista «Helhesten» e alle<br />

mostre di Hoest (in particolare con Bille, Jorn e Jacobsen).<br />

Nella sua opera dipinta e disegnata (numerosi gli inchiostri<br />

di china), che accoglie deliberatamente l’immaginario,<br />

molteplici sono i segni antesignani di Cobra (1948-<br />

51), di cui diviene membro. A questo punto il suo stile si<br />

amplia; il grafismo, sempre prediletto, ammette però un<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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