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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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(Francia) è un esempio celebre della pratica di questa doppia<br />

tecnica, incisione e p<strong>it</strong>tura. Il corpo, le gambe, una<br />

parte delle braccia sono trattati ad ampi tratti neri, mentre<br />

la testa, le corna monumentali e le mani sono incise.<br />

Quando l’incisione è associata alla p<strong>it</strong>tura, essa è sottile e<br />

poco profonda. Si è pensato che abbia potuto svolgere un<br />

ruolo preliminare, una sorta di disegno che l’artista avrebbe<br />

effettuato prima di intraprendere l’affresco dipinto.<br />

Tuttavia, i molti casi in cui i dettagli sono incisi in una figura<br />

dipinta, dimostrano che tale tecnica era impiegata,<br />

preferendola alla p<strong>it</strong>tura, quando occorreva precisione di<br />

tratto. L’incisione fine è stata condotta con punta in osso<br />

o a bulino di selce sulle pareti tenere; sulle superfìci dure<br />

invece sempre con l’ausilio di un bulino di selce o di un<br />

grattatoio a fronte stretto. Le incisioni profonde sono il<br />

risultato di un lavoro esegu<strong>it</strong>o con un grosso bulino o con<br />

uno scalpello di selce.<br />

Sono state utilizzate in p<strong>it</strong>tura anche certe tecniche del<br />

bassorilievo, come ad esempio l’intaglio, che consiste<br />

nell’abbassare la zona esterna al rilievo vero e proprio, e<br />

la raschiatura destinata a schiarire tinte troppo uniformi<br />

onde rendere il modellato. Da ultimo si ricorda l’uso di<br />

tecniche plastiche su certe p<strong>it</strong>ture, come a Lascaux, ove<br />

chiazze di argilla e ispessimenti d’impasto contribuiscono<br />

a rendere il rilievo. Da quanto si è detto, quindi, appare<br />

chiaro che l’artista paleol<strong>it</strong>ico sapeva utilizzare, con maestria,<br />

le varie tecniche a sua disposizione, anche associandole<br />

felicemente quando necessario.<br />

Stili e cronologia Durante la sua lunga esistenza, la p<strong>it</strong>tura<br />

paleol<strong>it</strong>ica ha attraversato varie fasi stilistiche, pur rimanendo<br />

identici soggetti e temi. La datazione delle<br />

opere parietali è possibile, esclusi rari casi, solo mediante<br />

comparazione con l’arte mobiliare trovata associata a reperti<br />

databili. La corrispondenza tra i soggetti dell’arte<br />

mobiliare con quelli dell’arte parietale facil<strong>it</strong>a i confronti<br />

stilistici. Forse non è illogico supporre che una variazione<br />

stilistica rilevabile nell’arte mobiliare abbia un riscontro<br />

nell’arte parietale cronologicamente corrispondente. Partendo<br />

da questa ipotesi della simultane<strong>it</strong>à delle variazioni<br />

stilistiche tra l’arte mobiliare e quella parietale vari autori<br />

hanno impostato delle cronologie dell’arte paleol<strong>it</strong>ica. In<br />

questa sede viene presentata quella proposta da A. Leroi-<br />

Gourhan.<br />

Lo stile I è quello delle prime opere conosciute su plac-<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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