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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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alta e implica il totale superamento delle questioni del p.<br />

Semmai, è lec<strong>it</strong>o constatare, grazie anche all’attiv<strong>it</strong>à<br />

dell’Oratorio di San Filippo Neri, un accostarsi e accompagnarsi<br />

della musica alle arti figurative e alla poesia.<br />

Resta vivo, certamente, il dibatt<strong>it</strong>o sull’ut pictura poesis,<br />

secondo schemi che riflettono variazioni concettuali lim<strong>it</strong>ate,<br />

dalla formulazione varchiana alle tirate retoriche del<br />

Marino, agli esercizi compilatori del gesu<strong>it</strong>a Possevino.<br />

La questione del p conosce però una ulteriore, complessa<br />

fortuna oltralpe (Kristeller): in Francia, ad esempio, nonostante<br />

l’evidente supremazia della p<strong>it</strong>tura e le conseguenti,<br />

rissose divisioni tra poussinisti e rubenisti nell’amb<strong>it</strong>o<br />

dell’Accademia reale di p<strong>it</strong>tura e scultura, la creazione<br />

sotto il re Sole delle manifatture reali di Gobelins, che<br />

producono di tutto (dai mobili agli arazzi) su disegni del<br />

p<strong>it</strong>tore del re pone con forza la questione dell’un<strong>it</strong>à, ma<br />

anche della gerarchia, delle arti anche cosiddette minori.<br />

In Italia, a fine Settecento, l’inserimento di corsi di disegno<br />

ornamentale a Brera e in alcune altre accademie (o, in<br />

precedenza, a Bologna, le resistenze create da certi p<strong>it</strong>tori<br />

al progetto marsigliano di un’Accademia Clementina<br />

quale punto di raccordo e interazione tra le arti del disegno<br />

e la ricerca scientifica) pongono con evidenza lampante<br />

la questione cruciale, ampiamente e dettagliatamente<br />

indagata da F. Bologna, del rapporto tra le arti dette, con<br />

terminologia ottocentesca, maggiori e quelle cosiddette<br />

minori, cui qui si è fatto solo fuggevolissimo e occasionale<br />

cenno. D’altra parte il Settecento propone anche, in Italia,<br />

grazie alle med<strong>it</strong>azioni di Winckelmann sulla storia<br />

dell’arte antica, un parziale ribaltamento dell’accettata supremazia<br />

p<strong>it</strong>torica a favore, questa volta, della scultura,<br />

che, in amb<strong>it</strong>o neoclassico, assume temporaneamente il<br />

ruolo di arte-guida. Non si tratta però di un trend europeo:<br />

in Inghilterra, ancora nel 1770, il p<strong>it</strong>tore Sir Joshua<br />

Reynolds, presidente della Royal Academy, si sente<br />

obbligato a ribadire la nobiltà dell’esercizio artistico in un<br />

paese dove la riduzione sistematica della p<strong>it</strong>tura a<br />

r<strong>it</strong>rattistica non ne ha favor<strong>it</strong>o sino a quel momento l’autonomia<br />

e cresc<strong>it</strong>a espressiva, né il riconoscimento sociale.<br />

In pochi anni muta tuttavia la s<strong>it</strong>uazione, proprio grazie<br />

alla creazione della Royal Academy (1768), ma il divario<br />

con il continente non viene colmato: proprio mentre si<br />

avvia in Europa la rivalutazione delle espressioni artigianali,<br />

all’interno dell’Accademia inglese i p<strong>it</strong>tori, che ne<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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