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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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la dimensione dei motivi, tradotti in volumi semplici; per<br />

conciliare il punto di vista alto, necessario per i panorami<br />

della «camera oscura» di Alberti, e la visione diretta della<br />

scena figurata, che resta il centro dell’interesse, il p<strong>it</strong>tore<br />

ricorre spesso all’artificio di un primo piano sopraelevato.<br />

Tale un<strong>it</strong>à, che gli <strong>it</strong>aliani ottenevano attraverso l’uso<br />

normativo dell’inquadratura prospettica, i fiamminghi la<br />

cercavano in un processo dinamico nel quale, grazie al sapiente<br />

uso della luce, si fondono una descrizione precisa<br />

della natura vicina con la consapevolezza dell’illim<strong>it</strong>atezza<br />

dello spazio. Se infatti nell’Agnello Mistico di van Eyck e<br />

nella Nativ<strong>it</strong>à (Digione, mba) del Maestro di Flémalle la<br />

struttura restava ancora arcaica, lo sfondo della Madonna<br />

del cancelliere Kolin (verso il 1430-35: Parigi, Louvre) dà<br />

per la prima volta l’illusione di un p reale: qui infatti la<br />

passione di Jan van Eyck per lo studio dei fenomeni atmosferici,<br />

dei riflessi, dei trapassi di tinta in lontananza,<br />

si unisce a una prospettiva lineare intu<strong>it</strong>iva, ma efficace.<br />

È interessante notare alcune interferenze tra queste due<br />

complementari concezioni del p: quelle piú evidenti compaiono<br />

nelle miniature di Fouquet che, dopo il viaggio in<br />

Italia, definisce lo spazio alla maniera fiorentina; piú<br />

tardi, nel solido impianto del Battesimo (Museo di Bruges)<br />

di G. David; sul versante opposto inferenze con la p<strong>it</strong>tura<br />

nordica si notano in Giovanni Bellini che, intorno al<br />

1470-75, abbandona il gusto antiquario derivato da Mantegna<br />

e perviene, anche sulla scorta della lezione di Piero<br />

della Francesca, a una resa piú sicura dei valori luministici<br />

e dell’integrazione dei personaggi nella natura mediante la<br />

loro immersione nella luce; è noto, d’altronde, il ruolo di<br />

intermediario tra nordici e <strong>it</strong>aliani svolto da Antonello da<br />

Messina che, proprio a Venezia, aveva contribu<strong>it</strong>o in<br />

modo palese alla conoscenza di van Eyck. Echi nordici,<br />

probabilmente mutuati dalla frequentazione di Domenico<br />

Veneziano, si ravvisano anche nei rigorosi p prospettici di<br />

Piero della Francesca e, per suo tram<strong>it</strong>e, in quelli del Pollaiolo.<br />

Accanto a tali aspetti si sviluppa, a partire dalla seconda<br />

metà del secolo fino a circa il 1510, un tipo di p intimo,<br />

corrispondente a una tendenza descr<strong>it</strong>tiva della p<strong>it</strong>tura, in<br />

sintonia con gli accenti intimistici e patetici della devotio<br />

nordica del tempo. È il paesaggio che compare in van der<br />

Weyden, Memling, Bouts, nella miniatura di Gand e Bruges<br />

e nella maggior parte dei p<strong>it</strong>tori tedeschi, ripreso dalla<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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