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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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intracciata una data graff<strong>it</strong>a, interpretata da taluni come<br />

1437, da altri invece letta come un 1431 (C. Volpe,<br />

1980); all’attuale stato delle conoscenze l’assenza di notize<br />

sul soggiorno bolognese del p<strong>it</strong>tore non offre alcun appiglio<br />

alla soluzione del problema: meglio pertanto lim<strong>it</strong>arsi<br />

a riaffermare l’autografia del pezzo, che nel dettaglio<br />

della cornice a punte di diamante attentamente scorciate<br />

e nel vivo naturalismo a cui s’improntano le immagini<br />

dell’asino e del bue attesta l’alto livello ormai raggiunto<br />

dal maestro.<br />

Di fronte a tante ambigu<strong>it</strong>à e a tanto continuative oscillazioni<br />

di cronologia, la data certa del Monumento a Giovanni<br />

Acuto (Firenze, Duomo), commissionato il 30 maggio<br />

1436 e terminato nell’agosto di quell’anno, si configura come<br />

uno dei rari punti fermi della biografia di PU esplic<strong>it</strong>andone<br />

peraltro gli interessi di carattere prospettico, evidentissimi<br />

nell’impostazione in scorcio del complesso basamento<br />

e nell’effetto stereometrico d’insieme; quanto<br />

all’impiego della terra verde, da cui deriva la caratteristica<br />

cromia del pezzo, è stato ipotizzato che il suo uso fosse finalizzato<br />

al conseguimento di un effetto illusionistico mirante<br />

a simulare la colorazione tipica del bronzo, in una<br />

sorta di adesione reverente alla tradizione classica del monumento<br />

equestre in metallo. Il personaggio immortalato è<br />

il mercenario inglese John Hawkwood, il quale, pur essendo<br />

ormai morto da tempo (1394) continuava a godere in<br />

Firenze di un diffuso apprezzamento, causa i servigi mil<strong>it</strong>ari<br />

lungamente resi alla c<strong>it</strong>tà. Non si può escludere, d’altronde,<br />

che la scelta di raffigurare l’eroe della passata età<br />

sub<strong>it</strong>o dopo la defin<strong>it</strong>iva affermazione di Cosimo il Vecchio<br />

(1434), preferendolo a piú moderni personaggi<br />

dell’entourage mediceo, abbia nascosto l’intenzione di trasmettere,<br />

agli occhi dei conc<strong>it</strong>tadini, una sensazione di<br />

forte continu<strong>it</strong>à tra gli ideali civici passati e quelli della<br />

nuova età, implic<strong>it</strong>amente leg<strong>it</strong>timando la nuova fase della<br />

supremazia medicea. Furono invece destinate allo spazio<br />

squis<strong>it</strong>amente privato dell’ab<strong>it</strong>azione Medici le tre tavole<br />

illustranti la Rotta di San Romano (Londra, ng Firenze, Uffizi;<br />

Parigi, Louvre), commemoranti un fatto storico e un<br />

personaggio, Niccolò da Tolentino, palesemente collegati<br />

alle fortune della casa: fu infatti grazie a Cosimo che i<br />

fiorentini, in guerra contro Siena, poterono assoldare il cap<strong>it</strong>ano<br />

Niccolò, il quale sconfisse gli avversari a San Romano<br />

(1432). Sul fronte interno la v<strong>it</strong>toria provocò un raffor-<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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