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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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ca, che potrebbe spostarsi anche di un buon decennio.<br />

Documentato è invece l’ultimo contatto tra Gentile da<br />

Fabriano e P: quest’ultimo è infatti chiamato a Roma dal<br />

piú anziano maestro per collaborare ai perduti affreschi in<br />

San Giovanni in Laterano, che saranno portati a termine<br />

da lui solo alla morte di Gentile (1427), che gli lascia i<br />

propri strumenti di bottega, entro il 1432. A partire da<br />

questa data, numerosi documenti permettono di seguire i<br />

frequenti spostamenti di P in padania, per attendere alle<br />

numerose commissioni che gli arrivano dalle varie corti.<br />

Nel 1432 cade il passaggio di Sigismondo di Boemia<br />

dall’Italia: nel settembre del 1433 l’imperatore è a Mantova,<br />

dove conferisce a Gianfrancesco Gonzaga il t<strong>it</strong>olo di<br />

marchese. Qui P ferma i suoi tratti in almeno due disegni,<br />

che potrebbero aver cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o la base preparatoria del R<strong>it</strong>ratto<br />

in profilo di Sigismondo (Vienna, km) attribu<strong>it</strong>ogli<br />

per primo da Degenhart. Dal 1433 al 1438 P è documentato<br />

a Verona; attorno a quest’ultima data affresca<br />

la cappella Pellegrini nella chiesa di Sant’Anastasia: la famosa<br />

scena di San Giorgio e la principessa (Verona, Museo<br />

di Castelvecchio) si trovava sopra l’arco d’ingresso alla<br />

cappella; le figure isolate di San Giorgio e di Sant’Eustachio,<br />

ricordate da Vasari come parte della decorazione interna<br />

– peraltro quasi interamente formata da bassorilievi<br />

in terracotta esegu<strong>it</strong>i nel 1436 da Michele da Firenze –,<br />

sono scomparse. L’affresco conservatoci è concep<strong>it</strong>o con<br />

minuziosa meticolos<strong>it</strong>à di particolari, testimoniata anche<br />

da piú di trenta splendidi disegni preparatori, in gran<br />

parte contenuti nel cosiddetto Codice Vallardi (Parigi,<br />

Louvre, Gabinetto dei disegni), e si basa su un’impaginazione<br />

originale, che pone l’accento non piú sull’azioneperno<br />

della leggenda agiografica del santo guerriero, ma<br />

sul momento successivo a questa, nel quale il santo prende<br />

commiato dalla principessa. La prezios<strong>it</strong>à dei materiali<br />

impiegati e la meticolosa rifin<strong>it</strong>ura a secco sono andate<br />

perdute. Non cosí la percezione della cura naturalistica e<br />

astratta insieme che P ha profuso lungo tutto l’affresco e<br />

che resta sua cifra peculiare, personale interpretazione di<br />

una cultura cavalleresca evocata con nostalgia colta e distaccata<br />

insieme. Potrebbe collocarsi attorno a questo<br />

tempo anche la tavola con la Visione di sant’Eustachio<br />

(Londra, ng), che pare r<strong>it</strong>agliata da un foglio di «taccuino»<br />

del gotico internazionale, per quel r<strong>it</strong>rovarvi in uno<br />

spazio privo di profond<strong>it</strong>à, immerso in una felpata ombra<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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