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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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gotica della sua arte. Fu il primo «p<strong>it</strong>tore di corte» presso<br />

i carraresi e la maggior parte delle sue opere nasce dal<br />

rapporto con la Signoria, a partire dall’Incoronazione dipinta<br />

nel 1351 per Sant’Agostino e ora agli Erem<strong>it</strong>ani e<br />

dalla decorazione delle tombe di Libertino e Giacomo da<br />

Carrara. Entro il 1354 realizzò le p<strong>it</strong>ture della cappella di<br />

corte, ora sede dell’Accademia patavina. Le famose tavole<br />

con gerarchie angeliche, già decorazione del soff<strong>it</strong>to sono<br />

al Museo Bottacin, mentre in s<strong>it</strong>u rimangono gli affreschi<br />

con storie bibliche. Nel 1366 fu chiamato ad eseguire il<br />

Paradiso per la Sala del Maggior Consiglio a Palazzo Ducale<br />

a Venezia e, nei suoi ultimi anni, compì le Storie dei<br />

santi Filippo e Giacomo per l’abside maggiore della chiesa<br />

degli Erem<strong>it</strong>ani, nelle quali viene messa in mostra un’elaborata<br />

cultura spaziale e prospettica. Del suo allievo veneziano,<br />

Nicolò Sem<strong>it</strong>ecolo, si conservano alla Biblioteca<br />

Cap<strong>it</strong>olare alcune tavole, firmate e datate 1367, con le<br />

Storie di san Sebastiano. Nel 1370 il fiorentino Giusto de’<br />

Menabuoi era già attivo agli Erem<strong>it</strong>ani per eseguire gli<br />

Affreschi nella cappella Cortellieri. Rimase in c<strong>it</strong>tà fino<br />

alla fine della sua v<strong>it</strong>a, verso il 1391, divenendo p<strong>it</strong>tore di<br />

corte. Nel 1378 ricevette da Fina Buzzaccarini, moglie di<br />

Francesco il Vecchio da Carrara, l’incarico di affrescare<br />

l’interno del Battistero, che doveva divenire una sorta di<br />

«mausoleo» carrarese. Il ciclo, ben conservato, permette<br />

di valutare la sua vasta cultura figurativa, mentre nella<br />

successiva decorazione della cappella del beato Luca Belludi<br />

al Santo si nota la massima amplificazione delle strutture<br />

spaziali prospettiche e la sua capac<strong>it</strong>à di orchestrare<br />

ampie scene. Verso il 1379 Jacopo Avanzi e il veronese<br />

Altichieri da Zevio dovevano aver compiuto la decorazione<br />

della cappella di San Giacomo al Santo. Altichieri, sost<strong>it</strong>uendo<br />

ben presto Giusto quale artista di corte, portò<br />

una nuova p<strong>it</strong>tura che correva lungo le vie della spazial<strong>it</strong>à,<br />

della plastic<strong>it</strong>à e della ricerca dell’umano, con una forte<br />

componente cavalieresca e «cortese». Entro il 1384 realizzò<br />

il piú impegnativo ciclo nell’Oratorio di San Giorgio<br />

portando, nelle grandiose arch<strong>it</strong>etture e nelle acute individuazioni<br />

fisionomiche, una raffinatezza e un’eleganza<br />

nuove, raccolte in quel centro di irradiamento del gusto<br />

gotico internazionale che era Verona. Successiva è la decorazione<br />

della cappella Dotto agli Erem<strong>it</strong>ani, distrutta<br />

nel 1944. Nel 1397 un suo allievo, Jacopo da Verona, affrescava<br />

la cappella di Santa Maria nella chiesa di San Mi-<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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