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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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1354 (Washington, ng, forse proveniente da una chiesa<br />

fabrianese) in cui si riconosce a Nuzi il laterale col<br />

sant’Antonio. L’attribuzione a P di questo tr<strong>it</strong>tico è stato<br />

uno degli elementi – insieme alla Madonna già nella coll.<br />

Artaud de Montor di Parigi, firmata e datata 1350 – attraverso<br />

i quali Longhi poté riconoscere al p<strong>it</strong>tore fiorentino<br />

il corpus di opere classificato sotto l’etichetta di<br />

Maestro dell’Altare di Fabriano (Offner), che faceva<br />

riferimento alla tavola con Sant’Antonio abate e devoti (datata<br />

1353: Fabriano, pc). In questa fase P dimostra un’attenzione<br />

ai fatti piú innovativi della p<strong>it</strong>tura contemporanea,<br />

tanto che nella Madonna ora a Washington si è letta<br />

una diretta conoscenza dell’opera di Giovanni da Milano.<br />

(sba).<br />

Pucelle, Jean<br />

(Parigi, attivo intorno al 1320-33 o ’34). Il primo dei numerosi<br />

documenti che lo c<strong>it</strong>ano, riguarda un pagamento<br />

per aver disegnato il gran sigillo dell’importante Confratern<strong>it</strong>a<br />

dell’Ospedale di Saint-Jacques-aux-Pélerins a Parigi,<br />

sostenuto da tre grandi dame dell’aristocrazia francese,<br />

tra 1319 e ’24: documento tanto piú significativo in<br />

quanto riguarda l’impiego di P in altro campo che non<br />

quello strettamente miniatorio, suggerendocene la varietà,<br />

altrimenti a noi ignota. La minuscola iscrizione a inchiostro<br />

rosso r<strong>it</strong>rovata al fol. 642 della Bibbia di Robert de<br />

Billyng (Parigi, bn, ms lat. 11935), cosí detta dallo scriba<br />

inglese che stilò il codice a Parigi, nel 1327, riferisce<br />

dell’intervento di tre maestri: Jean P, capo dell’atelier e<br />

responsabile delle scene figurate; Anciau de Cens (probabilmente<br />

da identificarsi con l’«Ancelot» a cui P paga<br />

l’intervento nel Breviario di Belleville) autore delle iniziali<br />

e dei margini foliati; Jacque Maci, responsabile probabile<br />

della decorazione aniconica e filigranata. In questa Bibbia<br />

sono già presenti due delle caratteristiche specifiche dello<br />

stile di P: la salda impostazione tridimensionale delle<br />

arch<strong>it</strong>etture e la propensione agli scorci nelle figure. La<br />

prima opera nota di P è però il Breviario di Bianche de<br />

France, all’uso francescano (Roma, bv, ms Urb. lat. 603),<br />

databile 1315-20. È un’opera ancora legata alla piú pura<br />

tradizione parigina gotica, impersonata dal grande predecessore<br />

di P, Mâ<strong>it</strong>re Honoré.<br />

Dal 1323 al 1326 P lavora al lussuoso e imponente Breviario<br />

di Belleville (Parigi, bn, ms lat. 10483-10484), in due<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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