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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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Preparazione per dipinti a legante non acquoso L’impiego<br />

sempre piú diffuso nel corso del Quattrocento dell’olio<br />

come legante, l’adozione della tela come supporto privilegiato<br />

nei primi decenni del Cinquecento e l’ab<strong>it</strong>udine a<br />

trasportare sempre piú di frequente i dipinti da un luogo<br />

a un altro, spinsero a modificare i requis<strong>it</strong>i fisico-chimici<br />

della p. Gli inizi della p<strong>it</strong>tura a olio su tela furono segnati<br />

da una lunga e complessa fase sperimentale. In principio<br />

si pensò di adattare alle mutate esigenze la tela preparata<br />

per la tempera riducendo drasticamente lo spessore dello<br />

strato a gesso e colla; in un secondo momento si ricoprì<br />

quello stesso strato con una miscela di olio e pigmenti siccativi<br />

– l’imprim<strong>it</strong>ura – per renderlo affine al legante da<br />

poco adottato. Ma nel giro di alcuni decenni i danni causati<br />

dalla rigidezza del gesso – estesi reticoli di cretti, distacchi<br />

e cadute di p e pellicola p<strong>it</strong>torica –, indussero ad<br />

approntare in tal modo solo le tele per i quadri non destinati<br />

agli spostamenti, in specie i grandi teleri e le decorazioni<br />

di soff<strong>it</strong>ti e simili; finché il suo impiego cadde del<br />

tutto in disuso nella prima metà del Seicento.<br />

Del vecchio sistema si conservò solo l’incollaggio, per la<br />

sua capac<strong>it</strong>à di isolare le fibre del tessuto dal contatto diretto<br />

con l’olio e, quindi, di ridurne l’infragilimento;<br />

mentre la struttura tipo della p si codificò in due strati diversificati<br />

o per la natura degli ingredienti o per la loro<br />

messa a punto (rapporti percentuali dei componenti, loro<br />

granulometria, ecc.). Lo strato interno, o intermedio, veniva<br />

steso, dopo l’incollaggio, con un appos<strong>it</strong>o coltello a<br />

lama curva e taglio smussato, descr<strong>it</strong>to da piú autori (De<br />

Mayerne, Palomino, ecc.). Di norma questo strato era<br />

consistente, per dar corpo al tessuto e creare un piano<br />

continuo d’appoggio, ma era caratterizzato anche da un<br />

comportamento sufficientemente elastico da risultare<br />

compatibile con la flessibil<strong>it</strong>à della tela. Lo strato in superficie,<br />

esterno o finale, l’imprim<strong>it</strong>ura, era piú sottile e<br />

in genere dato a pennello; esso era inteso a creare una superficie<br />

compatta e levigata, non troppo assorbente e di<br />

colorazione adeguata alle esigenze artistiche e tecniche. E<br />

su questo ultimo strato che, esegu<strong>it</strong>o il disegno preparatorio,<br />

si dipingeva. Gli oli comunemente usati per le preparazioni<br />

erano quelli di lino e di noce, crudi o cotti. La<br />

presenza di piombo, di ferro o di manganese nella composizione<br />

chimica di alcuni pigmenti conferisce a questi la<br />

prerogativa di accelerare l’essiccamento dell’olio e di favo-<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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