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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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cessibile, mentre la pergamena rimaneva un materiale prezioso,<br />

nel caso di disegni preparatori o di eserc<strong>it</strong>azione gli<br />

artisti intervenivano con pm – le quali a seconda del metallo<br />

impiegato lasciavano un tratto piú o meno scuro,<br />

omogeneo, n<strong>it</strong>ido – su tavolette lignee (spesso di legno di<br />

bosso) che opportunamente preparate con osso calcinato e<br />

polverizzato e saliva (Cennino Cennini, Il Libro dell’Arte,<br />

1437, capp. v-viii) erano atte ad essere disegnate e cancellate<br />

piú volte. Con la diffusione piú allargata della carta<br />

gli artisti trasferirono su tale supporto l’utilizzazione delle<br />

pm i cui tratti erano resi piú leggibili da una preparazione.<br />

Le preparazioni comportavano una «carica»<br />

(assai usato, poiché coprente e liscio dopo l’applicazione,<br />

il bianco di piombo, ossia il carbonato basico di piombo),<br />

un legante (generalmente la gelatina e la colla di pesce) e<br />

in taluni casi un pigmento cromatico (terra verde, ocra<br />

gialla, cinabro, indaco, nero, sinopia). Tra le pm l’unica a<br />

non necess<strong>it</strong>are di una preparazione del supporto sia esso<br />

pergamenaceo o cartaceo, era la p di piombo (primo metallo<br />

ad essere usato a fini grafici, di ottima resa anche<br />

sulla pergamena) il cui tratto, data la malleabil<strong>it</strong>à del metallo,<br />

risultava piuttosto largo e di colore grigio scuro<br />

(Cennini, capp. xi-xii). Facilmente confondibile con la p<br />

d’argento (se su carta preparata) o con la mat<strong>it</strong>a nera (se<br />

su carta non sottoposta a preparazione), il tratto lasciato<br />

dalla p di piombo poteva essere facilmente cancellato con<br />

la mollica di pane. Per conferirgli maggiore durezza il<br />

piombo poteva venire utilizzato in lega con lo stagno e il<br />

bismuto raramente usati puri (p composte). piú resistenti<br />

erano infatti le p di stagno i cui segni piú sottili e di colore<br />

chiaro divenivano piú leggibili se tracciati su supporto<br />

preparato (o «caricato»). Durante il sec. xv nel quale massima<br />

fu l’utilizzazione delle pm, assai ampia fu la diffusione<br />

delle p d’argento le cui linee n<strong>it</strong>ide, compatte, producevano<br />

effetti di grande eleganza e raffinatezza stilistica<br />

(Cennini, cap. xxx). piú sporadico l’uso di metalli quali<br />

l’oro (spesso utilizzato in lega con argento e rame), l’ottone,<br />

e il rame (spesso in lega con zinco e stagno o con argento<br />

e oro). Quale che sia il metallo utilizzato (talvolta<br />

difficile da identificarsi a prescindere da un’analisi chimica),<br />

a contatto con l’umid<strong>it</strong>à atmosferica, i tratti, inizialmente<br />

tra il grigio scuro e il nero, subiscono nel volgere<br />

di poche settimane un viraggio cromatico, fatto di cui<br />

erano ben consci gli artisti che in alcuni casi, per final<strong>it</strong>à<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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