Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

offrono indizi sufficienti alla risoluzione del problema. La
vaghezza delle informazioni storiche ha dato adito a molteplici
prese di posizione, di volta in volta propense ad
esaltare il ruolo primario avuto da questo o quello dei due
P nell’esecuzione del dipinto.
La sistematica attenzione dimostrata per lo sfoggio di preziosi
dettagli ornamentali trova le sue piú celebri testimonianze
in due Ritratti femminili di profilo (Berlino, sm;
Milano, mpp), che per la loro eccelsa qualità sono da sempre
stati ritenuti come i massimi capolavori della ritrattistica
quattrocentesca, alternativamente all’uno o all’altro
dei fratelli P: nel dipinto di Berlino l’abito della
protagonista risulta confezionato con tagli di mirabile
broccato; piú severa la veste indossata dall’ignota dama
del Ritratto del mpp, che si presenta tuttavia con una
splendida parure, composta da collana con pendente e da
fili di perle sistemati tra i capelli e sulla fronte. Con
intenzioni esornative analoghe, in un’Annunciazione abitualmente
riferita a Piero (Berlino, sm) grossi rubini appaiono
incastonati sopra il seggio di Maria, mentre nel
San Michele arcangelo (Firenze, Museo Bardini), recentemente
restituito ad Antonio sulla base di indizi stilisticodocumentari,
la corazza del santo guerriero si configura
come una vera e propria opera di alta oreficeria, sul genere
di quelle che lo stesso Antonio eseguì nel corso della
sua carriera: e basta menzionare, a tal proposito, la corazza
d’oro e perle realizzata per il banchiere Salutati in occasione
della giostra del Magnifico (1469).
Sia nell’Annunciazione che nella tela con il San Michele
l’impaginazione della scena relega in uno spazio contenuto
la visione del caratteristico paesaggio pollaiolesco, destinato
a conquistare altrove una fantastica dilatazione: si
osservino, al riguardo, la tavola con Raffaele arcangelo e
Tobiolo (Torino, Galleria Sabauda), da Vasari riferita a
Piero ma dalla critica talvolta aggiudicata ad Antonio, o
ancora lo straordinario Martirio di san Sebastiano (1475
ca: Londra, ng.), per il quale, al solito, la vicenda critica
registra attribuzioni altalenanti. Echeggia, in queste
vaste panoramiche a volo d’uccello, il consapevole ricordo
della lezione baldovinettiana, mentre l’inazzurrarsi
delle alture all’orizzonte infonde alla veduta un tocco audace
di modernità, perfettamente in linea con le riflessioni
sulla prospettiva aerea che l’avanguardia fiorentina andava
allora elaborando; quanto al martire, è riscontrabile
Storia dell’arte Einaudi