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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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Madonna col Bambino e i santi Antonio abate e Leonardo in<br />

Sant’Antonio a Preghena, la Nativ<strong>it</strong>à di Maria nella chiesa<br />

di Varollo, il Cristo «saettante» con la Madonna e i santi<br />

Rocco, Sebastiano, Antonio abate e Antonio da Padova<br />

nella parrocchiale di Pellizzano, la Madonna col Bambino e<br />

i santi Anna, Ermete, Giuseppe, Gioacchino e Agostino in<br />

Sant’Ermete a Calceranica, l’Incoronazione della Vergine<br />

con i santi Antonio da Padova e Carlo Borromeo nella chiesa<br />

di Santa Maria Assunta a Baselga di Piné, la pala di<br />

San Mauro nella chiesa omonima, sempre a Piné, la pala di<br />

San Rocco a Volano. Se si aggiungono le opere non pervenute,<br />

ricordate dal Bartoli e l’attiv<strong>it</strong>à di disegnatore, la<br />

personal<strong>it</strong>à del p<strong>it</strong>tore bresciano è certo tra quelle emergenti<br />

nel panorama della p<strong>it</strong>tura trentina del Seicento.<br />

(emf).<br />

Pozzi, Stefano<br />

(Roma 1699-1768). Allievo del Maratta e in segu<strong>it</strong>o di<br />

Agostino Masucci, P è da considerarsi come un esponente<br />

del tardo marattismo interpretato però in modo piú morbidamente<br />

aggraziato e vicino al rococò di Michele<br />

Rocca. Nelle sue opere si scorgono anche suggestioni desunte<br />

da Sebastiano Conca e dal Ricci. Giovanissimo, nel<br />

1716, vince il primo premio del concorso Dementino,<br />

promosso dall’Accademia di San Luca della quale è membro<br />

nel 1736. Primo direttore dell’Accademia del Nudo<br />

in Campidoglio nel 1754, membro e rettore della Congregazione<br />

dei Virtuosi del Pantheon (1742) e responsabile<br />

della scuola vaticana del mosaico, P è autore di una vastissima<br />

produzione p<strong>it</strong>torica di soggetto m<strong>it</strong>ologico o<br />

religioso. Tra gli affreschi si ricordano quelli per le chiese<br />

romane di Sant’Apollinare (Gloria di sant’Apollinare,<br />

1748) e San Francesco di Paola (decorazione della sagrestia,<br />

1736), mentre tra le tele si ricordano quelle con I<br />

santi Gioacchino e Anna (1765: Sant’Ignazio), l’importante<br />

ciclo mariano in due cappelle di San Francesco di<br />

Paola, le tele in San Silvestro al Quirinale (ante 1736) e<br />

La morte di san Giuseppe (1742 ca.: Santissimo Nome di<br />

Maria). Sempre a Roma partecipa alla decorazione dei palazzi<br />

patrizi Sciarra-Colonna e Doria-Pamphilj (Venere e<br />

allegorie dei quattro elementi, 1767 ca.) e a quella dei Palazzi<br />

del Quirinale e del Museo Sacro Vaticano (figure allegoriche<br />

della Chiesa e della Religione, 1768). Alcune sue<br />

opere si trovano nel Duomo di Napoli e nel Palazzo Reale<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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