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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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allusioni alle categorie medievali e anche, probabilmente,<br />

alla m<strong>it</strong>ologia classica. La Primavera è dominata da Apollo<br />

quanto da Dio Padre; l’eroina dell’Estate è non soltanto<br />

Ruth, ma Cerere; i grappoli d’uva dell’Autunno sono simbolo<br />

di Bacco quanto del sangue di Cristo, e il serpente<br />

dell’Inverno appartiene tanto all’Ade che al Diluvio. Una<br />

volta di piú, la sintesi tra Cristianesimo e m<strong>it</strong>i classici è<br />

compiuta.<br />

Alla sua morte P godeva del rispetto, ma non dell’affetto<br />

dei circoli artistici. Gli si rimproveravano in particolare il<br />

carattere rigido (Autor<strong>it</strong>ratto: Parigi, Louvre) e la durezza<br />

dei suoi commenti sugli altri p<strong>it</strong>tori. Viveva come una<br />

specie di erem<strong>it</strong>a separato dalla società romana, frequentando<br />

soltanto qualche amico intimo e dedicandosi esclusivamente<br />

all’arte. All’opposto dei contemporanei romani,<br />

non ebbe mai assistenti né aprí mai una bottega; tuttavia<br />

fu im<strong>it</strong>ato – tanto che un consistente gruppo di opere a<br />

lungo attribu<strong>it</strong>e a lui vengono ora r<strong>it</strong>enute del suo rivale<br />

Charles Mellin. Ciò vale, naturalmente, solo per quelle<br />

databili entro gli anni ’30, quando l’elaborazione della sua<br />

p<strong>it</strong>tura «filosofica» non aveva ancora raggiunto la compiutezza<br />

della piena matur<strong>it</strong>à. Soprattutto, egli sviluppò<br />

nel suo isolamento un linguaggio destinato a soddisfare<br />

unicamente la sua sensibil<strong>it</strong>à e quella dei suoi piú prossimi<br />

ammiratori, e di fatto contrario al gusto allora prevalente<br />

a Roma. A Parigi, e in particolare all’Accademia reale di<br />

p<strong>it</strong>tura e scultura, benché il nome di P fosse il secondo<br />

dopo quello di Raffaello, venisse indicato come modello a<br />

tutti i giovani p<strong>it</strong>tori e i suoi lavori dessero spunto a conferenze<br />

sulla natura dell’arte, lo stesso Le Brun e i suoi<br />

colleghi accademici non ne compresero a fondo le qual<strong>it</strong>à<br />

reali. Inoltre, la s<strong>it</strong>uazione culturale doveva presto mutare.<br />

I difensori del colore contrapposti a quelli del disegno,<br />

i partigiani dei Moderni contro quelli degli Antichi misero<br />

in discussione la supremazia di Raffaello e di P e posero<br />

al loro posto Rubens e i veneziani; tanto che intorno al<br />

1700, tranne qualche im<strong>it</strong>atore piuttosto scadente, come<br />

Nicolas Colombel e François Verdier, gli artisti piú inventivi<br />

di Parigi si volsero a una concezione del tutto diversa<br />

della p<strong>it</strong>tura, contraria all’ideale di P. Nel sec. xviii, i cr<strong>it</strong>ici<br />

francesi continuarono a onorarlo, ma i p<strong>it</strong>tori ne ignorarono<br />

la lezione; e nel periodo dominato da Boucher e da<br />

Fragonard il suo influsso fu pressoché nullo. Col mutare<br />

del gusto alla fine del secolo, la fortuna di P mutò; Vien e<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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