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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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Ginevra, 1858) e Burne-Jones è, tanto per i suoi riferimenti<br />

classici quanto per la qual<strong>it</strong>à della sua p<strong>it</strong>tura, poco<br />

assimilabile alla vicenda storica della Confratern<strong>it</strong>a e del<br />

gusto preraffaell<strong>it</strong>a. (gii).<br />

Preti, Mattia<br />

(Taverna (Catanzaro) 1613 - La Valletta (Malta) 1699).<br />

La sua formazione fu con ogni probabil<strong>it</strong>à napoletana,<br />

nell’amb<strong>it</strong>o di Battistello Caracciolo, in un momento particolarmente<br />

v<strong>it</strong>ale della p<strong>it</strong>tura meridionale che, nei<br />

primi decenni del secolo, proseguiva l’esperienza di Caravaggio<br />

e accoglieva nel contempo suggestioni anche diverse<br />

(Artemisia Gentileschi, Vouet, Ribera e i bolognesi ad<br />

esempio). Il giovane P, giunto a Roma nei primi anni<br />

Trenta con il fratello Gregorio, anch’egli p<strong>it</strong>tore, si<br />

orientò dapprima verso un «caravaggismo» di stampo nordico<br />

(Concerto: Alba, municipio; Concerto a tre figure: Napoli,<br />

coll. priv.), sull’esempio di Honthorst; ed ebbe indubbiamente<br />

contatti con l’opera di Valentin, di Tournier<br />

e di Vouet, praticando un’intensa e personale interpretazione<br />

della manfrediana methodus. Le sue tele di quegli<br />

anni rivelano anche l’influsso della corrente neoveneta allora<br />

espressa da Testa, Mola e Poussin (Trionfo di Sileno:<br />

Tours, Museo; Mosè sul Sinai: Montpellier, Museo; Resurrezione<br />

di Lazzaro e Olindo e Sofronia: Genova, gn di Palazzo<br />

Rosso), ma anche quello di Guercino, del quale il P<br />

r<strong>it</strong>enne la «gran macchia», le larghe e liquide pennellate e<br />

la gamma dei verdi e degli azzurri (ad esempio Il r<strong>it</strong>orno<br />

del figliol prodigo: Le Mans, Museo; Condanna di Cristo:<br />

Roma, Palazzo Rospigliosi; Adorazione dei Magi: Holkham<br />

Hall; Sofonisba: Roma, Gall. Pallavicini). L’Elemosina di<br />

san Carlo (1642: Roma, San Carlo ai Catinari) ne cost<strong>it</strong>uisce<br />

la prima prova nel campo dell’affresco, segnata dall’attenta<br />

med<strong>it</strong>azione dei testi di Sacchi e di Poussin. Il luminismo<br />

paracaravaggesco delle prime opere si trasforma, in<br />

virtù di tali nuove suggestioni, in una diversa e personalissima<br />

interpretazione del rapporto luce-colore, probabilmente<br />

anche sull’esempio di Lanfranco (Crocifissione di<br />

san Pietro: Grenoble, Museo). Tali innovazioni gli consentono<br />

di proseguire con successo la carriera di frescante:<br />

come nell’abside di Sant’Andrea della Valle a Roma (tre<br />

Scene del martirio di sant’Andrea, 1650-51), dove il P si<br />

trova a completare un ciclo p<strong>it</strong>torico iniziato piú di<br />

vent’anni prima da Lanfranco e da Domenichino, e so-<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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