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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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ginali, puntando su un’accentuata espressiv<strong>it</strong>à di matrice<br />

jaqueriana, ma già al corrente delle nov<strong>it</strong>à fiamminghe penetrate<br />

in P attraverso Chieri. Il percorso di Guglielmetto,<br />

ancora da precisare, si snoda dagli affreschi con Storie<br />

della Passione nel Battistero di Chieri (1432 ca.) alla Pietà<br />

(Torino, Galleria Sabauda), al tr<strong>it</strong>tico del mc (1435), agli<br />

affreschi in San Sebastiano a Pecetto (1440-50), a quelli<br />

nella Madonna dei Morti di Marentino (1450). La persistenza<br />

del filone jaqueriano a Chieri, dove Jaquerio passa<br />

nel 1428, è attestata anche dagli affreschi anonimi della<br />

cappella Tabussi in Duomo (1435 ca.) e della Crocifissione<br />

in San V<strong>it</strong>o a Piossasco, dove però un prototipo fiammingo<br />

è indiscutibile. Chieri è in questo momento uno dei<br />

centri artisticamente piú fecondi e attenti alle nov<strong>it</strong>à nordiche,<br />

grazie a una comm<strong>it</strong>tenza che fa arrivare in c<strong>it</strong>tà<br />

due opere di Rogier van der Weyden (il tr<strong>it</strong>tico con l’Annunciazione,<br />

una devota e la Vis<strong>it</strong>azione: diviso tra il Louvre<br />

di Parigi e la Galleria Sabauda di Torino, e la<br />

Crocifissione: coll. Abegg, Riggisberg), un altare ligneo<br />

bruxellese, un pol<strong>it</strong>tico anch’esso di scuola bruxellese e<br />

due manoscr<strong>it</strong>ti miniati. E almeno già dagli anni ’20 è a<br />

Chieri la Madonna col Bambino posta sulla facciata del<br />

Duomo, opera che, con la ghimberga in cui è inser<strong>it</strong>a, fa<br />

pensare a un’équipe di scultori franco-fiamminghi attiva<br />

anche ad Asti. Le province orientali del P rimangono per<br />

lo piú legate alla cultura figurativa lombarda, come è evidente<br />

dagli affreschi del Maestro di Santa Giustina di<br />

Sezzadio (1400 ca.) e dal Giudizio Finale di San Colombano<br />

a Biandrate. Echi lombardi si riscontrano anche piú a<br />

occidente, nell’opera di Giacomo P<strong>it</strong>terio, originario di<br />

Alessandria ma attivo a Centallo (nel 1404, affreschi<br />

perduti in Santa Maria ad Nives) e a Pinerolo, dove è ripetutamente<br />

documentato tra 1408 e 1414. La maniera di<br />

P<strong>it</strong>terio, legata al gotico internazionale di Giovannino de’<br />

Grassi e Michelino da Besozzo, è evidente anche nei<br />

frammenti del pol<strong>it</strong>tico attualmente alla Galleria Sabauda<br />

di Torino. L’opera di P<strong>it</strong>terio avrà importanza per Pietro<br />

da Saluzzo, attivo fra il 1438 e il 1480, anch’egli legato<br />

alle raffinatezze del gotico cortese (affreschi a Centallo,<br />

1438, a Scarnafigi, 1445-58, a Villar San Costanzo, 1469,<br />

a Cuneo, 1472, a Castelmagno, 1480). Riconducibili a<br />

un’influenza lombarda sono anche gli affreschi della cappella<br />

Gallieri nel Duomo di Chieri (1415-20 ca.) e naturalmente<br />

l’opera del pavese Aimone Duce, che lavora per<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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