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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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predella<br />

Dal longobardo pretil, assicella (vedasi anche il termine tedesco<br />

das Brett, asse, tavola). Piú frequente nella p<strong>it</strong>tura<br />

<strong>it</strong>aliana che nella tradizione p<strong>it</strong>torica nordica (in particolare<br />

dei Paesi Bassi) la p è la base rettangolare molto<br />

allungata dipinta o scolp<strong>it</strong>a, suddivisa per lo piú in formelle<br />

o riquadri, al di sotto della cornice inferiore di un<br />

pol<strong>it</strong>tico o di una pala d’altare in cui appaiono figure isolate<br />

di santi (talvolta a circondare la figura del Cristo in<br />

pietà, come nel caso del pol<strong>it</strong>tico esegu<strong>it</strong>o da Simone<br />

Martini per l’altare maggiore della chiesa domenicana di<br />

Santa Caterina, 1319-20: Pisa, mn di San Matteo) oppure<br />

le rappresentazioni di scene della v<strong>it</strong>a di Cristo, della Madonna<br />

e dei santi raffigurati nella tavola principale della<br />

pala o negli scomparti principali del pol<strong>it</strong>tico cui essa è<br />

collegata (Simone Martini, Pala di san Ludovico di Tolosa,<br />

1317: già nella Basilica di San Lorenzo Maggiore di Napoli,<br />

Napoli, Capodimonte). Risale al sec. XIV<br />

l’introduzione della p alla base di una pala o di un pol<strong>it</strong>tico,<br />

destinata a comprendere una sequenza di scene narrative<br />

di piccolo formato (Giovanni da Bologna, pol<strong>it</strong>tico<br />

con l’Incoronazione della Vergine: già nella chiesa di San<br />

Marco, Bologna, pn, inv. 227, che presenta nella p Storie<br />

della v<strong>it</strong>a di san Marco) o raffigurazioni di singoli personaggi<br />

(Giotto e collaboratori, Pol<strong>it</strong>tico, 1333-34: Bologna,<br />

pn, inv. 284), paragonabili a quelle collocate in precedenza<br />

ai lati dell’immagine centrale. P con scene narrative di<br />

scala molto minore, rispetto agli scomparti superiori, si<br />

trovano anche in altari marmorei toscani della seconda<br />

metà del Trecento quali quello di Tommaso Pisano (1360-<br />

70 ca.) raffigurante al centro la Madonna con il Bambino e<br />

angeli sotto un baldacchino, circondata da santi (Pisa,<br />

chiesa di San Francesco). Se appare corretto supporre che<br />

a quell’epoca le pale scolp<strong>it</strong>e cominciassero a im<strong>it</strong>are la<br />

struttura di quelle dipinte è anche ipotizzabile che le piccole<br />

storie rappresentate a rilievo nelle p rivelino la loro<br />

derivazione tipologica dalle p dipinte. A lato della piú<br />

consueta tipologia della p a piú scomparti nei quali ogni<br />

singola scena viene sviluppata autonomamente, nel<br />

Quattrocento si assiste alla comparsa di pol<strong>it</strong>tici caratterizzati<br />

da una p a soggetto un<strong>it</strong>ario e campo unificato.<br />

Tra questi il pol<strong>it</strong>tico smembrato per la cappella Griffoni<br />

a San Petronio a Bologna (1472 ca.) dovuto a Francesco<br />

del Cossa (scomparti principali) e ad Ercole de Roberti (p<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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