Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

iprodotti sulle pitture murali (case delle Nozze d’Argento,
dei Vettii, di Lucretius Fronto, villa dei Misteri). Oggi,
con quasi tre quarti dell’abitato dissepolto, lo scavo in
estensione dell’area si è arrestato, a tutto vantaggio del restauro
e della conservazione di quanto è stato riportato in
luce, spesso con troppa rapidità. A causa dell’abbandono
improvviso e precipitoso, P è rimasta come imbalsamata
sotto la cenere, conservando, per quasi duemila anni, l’immagine
viva di una città romana del sec. i d. C., con i suoi
edifici pubblici e privati, le case, le botteghe, le ville nella
campagna circostante, la suppellettile rimasta
miracolosamente negli armadi e nei bauli e soprattutto la
pittura murale, conservatasi con straordinaria freschezza
di colori. Fra le mura delle case di P o nel mn di Napoli
(dove si conserva la maggior parte dei dipinti staccati in
passato) quest’ornamentazione ci appare in tutta la sua varietà,
dalle copie di celebri capolavori greci perduti, ai paesaggi
e alle nature morte, dalle scene di culto a quelle erotiche,
di un’audacia talvolta imbarazzante, dalle gustose
raffigurazioni della vita di ogni giorno alle insegne pubblicitarie.
Su questa varietà di schemi decorativi, oltre che su
un passo di Vitruvio (De architectura, VII 5.1-3), si è basato
Augusto Mau, alla fine del secolo scorso, per la sua classificazione
della pittura romana in quattro stili, detti appunto
«stili pompeiani»: una classificazione ormai superata
per quanto riguarda i termini cronologici, ma ancora
largamente seguita per la definizione degli schemi compositivi.
Villa dei Misteri Costruita su un pendio, a nord-ovest di
P, la villa dei Misteri è uno dei monumenti piú eccezionali
della pittura romana in Campania. Sorta nella prima
metà del sec. ii a. C. come abitazione signorile, vi fu aggiunto
in seguito un quartiere rustico. Alla profonda ristrutturazione
del 60 a. C. si deve l’importante e fastosa
decorazione pavimentale e parietale, attribuibile alla
prima fase del Secondo stile pompeiano, caratterizzato da
finte architetture intramezzate da quadretti di soggetto
mitologico e fortemente influenzato dalla scenografia ellenistica.
La decorazione culmina nel fregio classicheggiante
di un grande triclinio in cui venti figure a grandezza naturale,
concepite come una serie di gruppi statuari, partecipano
attorno alla coppia Dioniso-Arianna a scene legate
all’iniziazione ai misteri dionisiaci od orfici. L’interpretazione
del ciclo pittorico è discussa: per alcuni si trattereb-
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