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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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quali il Paleotti avevano in un certo qual modo band<strong>it</strong>o.<br />

La struttura del Trattato è molto probabilmente opera di<br />

P, come indica la presenza di pregnanti considerazioni –<br />

ad esempio a propos<strong>it</strong>o di alcuni artisti, tra i quali c<strong>it</strong>a il<br />

«manieroso e gratioso» Cavalier d’Arpino e Caravaggio,<br />

di cui intese la «grandezza» – di carattere squis<strong>it</strong>amente<br />

cr<strong>it</strong>ico o tecnico. Fornì disegni per arazzi (Firenze, coll.<br />

Corsini) e per oreficerie; praticò la p<strong>it</strong>tura di paesaggio e<br />

il r<strong>it</strong>ratto (tra gli esempi piú noti, Marcello Sacchetti, 1626<br />

ca.: Roma, Gall. Borghese e Giulio Sacchetti, 1626 ca.:<br />

Roma, Palazzo Sacchetti; Il cardinale Pier Maria Borghese,<br />

1635 ca.: Minneapolis, Inst<strong>it</strong>ute of Arts). Come è stato a<br />

suo tempo messo in luce dalla fondamentale monografia<br />

di Giuliano Briganti (1962, 2 a ed. 1982), la p<strong>it</strong>tura di P si<br />

identifica con totale armonia nel clima barocco, e non solo<br />

per la pienezza e l’esuberanza delle sue figure, la felic<strong>it</strong>à<br />

delle sue invenzioni, il cromatismo libero e luminoso,<br />

ma anche e soprattutto per aver creato il linguaggio che<br />

meglio rispondeva alle esigenze celebrative del potere<br />

pontificio. Almeno due generazioni di p<strong>it</strong>tori si formarono<br />

alla sua scuola ed esemplarono sulla sua la propria<br />

maniera stilistica: prediligendone l’inflessione classicista<br />

(come quelli della generazione piú antica: G. Gimignani,<br />

P. P. Baldini, G. F. Romanelli) o la matura esplosione barocca<br />

(L. Baldi, C. Ferri e i meno noti Pietro Lucatelli e<br />

Giovan Ventura Borghesi; quest’ultimo completò alla<br />

morte di P la grande pala – Elemosina di sant’Ivo – per la<br />

chiesa romana di Sant’Ivo alla Sapienza). Al primo soggiorno<br />

fiorentino di P risale con molta probabil<strong>it</strong>à l’incontro<br />

con l’aretino Salvi Castellucci (1607 ca. - 1671), che<br />

diffuse tra Umbria e Toscana (Cascia, Arezzo, Cortona)<br />

una piacevole anche se non sempre qual<strong>it</strong>ativamente valida<br />

riduzione del linguaggio cortonesco. Nell’amb<strong>it</strong>o di P<br />

grav<strong>it</strong>arono per certi versi anche Andrea Camassei e Guidubaldo<br />

Abbatini, collaboratore quest’ultimo ad imprese<br />

berniniane. (sde + sr).<br />

Pietro da Milano<br />

(documentato ad Avigliana (Torino) tra il 1392 e il 1395).<br />

«Petrus de Mediolano» è residente ad Avigliana<br />

nell’unica notizia che lo ricorda, riportata in luce dagli<br />

erud<strong>it</strong>i piemontesi di principio del Novecento. Spetta<br />

però ad anni piú recenti (Castelnuovo, 1961) il collegamento<br />

tra il nome del p<strong>it</strong>tore e gli affreschi con Storie<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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