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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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gli effetti visuali a seconda dell’illuminazione e dell’angolo<br />

di osservazione (Rilievo 141, in poliestere, 1968). (em).<br />

Pizzinato, Armando<br />

(Maniago 1910). Trasfer<strong>it</strong>osi a Pordenone dopo la prima<br />

guerra mondiale, lavora come garzone da un decoratore.<br />

Nel 1930 si iscrive all’Accademia di Venezia, dove segue i<br />

corsi di p<strong>it</strong>tura di Virgilio Guidi, ed entra in contatto con<br />

altri artisti sviluppando un dialogo che lo porterà ad<br />

esporre alla Galleria Il Milione di Milano (1933) nella mostra<br />

Cinque giovani p<strong>it</strong>tori veneti. I dipinti di questi anni,<br />

quasi tutti distrutti, indagano il tema della figura e della<br />

natura morta, dimostrando un forte interesse per la p<strong>it</strong>tura<br />

di Gino Rossi, che si andava in quegli anni riscoprendo.<br />

Nel 1936 si reca a Roma con una borsa di studio; frequenta<br />

qui gli artisti della scuola romana, con i quali<br />

condivide la netta opposizione alla cultura del regime e la<br />

necess<strong>it</strong>à di un rinnovamento. Tornato a Venezia (1942),<br />

riunisce tutti gli stimoli della sua formazione in una sorta<br />

di post-cubismo che si ispira direttamente a Guernica,<br />

divenuto esempio morale di arte antifascista. Nel 1943,<br />

dopo una personale al Milione, interrompe l’attiv<strong>it</strong>à p<strong>it</strong>torica<br />

per partecipare attivamente alla resistenza. Riprende<br />

a dipingere dopo la Liberazione, sviluppando, insieme a<br />

Vedova, una ricerca che lo porta oltre la figurazione,<br />

verso forme nuove, da cui ricominciare. Nel 1946 partecipa<br />

alla fondazione del Fronte Nuovo delle Arti e, alla sua<br />

scissione, passa al movimento realista <strong>it</strong>aliano presentando<br />

alla Biennale del 1950 il dipinto: Un fantasma percorre<br />

l’Europa (Venezia, coll. priv.). Per tutti gli anni Cinquanta<br />

si dedica a questo genere di p<strong>it</strong>tura che, pur essendo<br />

programmaticamente costru<strong>it</strong>a sulla massima comunicabil<strong>it</strong>à,<br />

non necessariamente scade nell’illustrazione: soggetti<br />

di fabbriche, cantieri, lotte contadine, momenti di<br />

mobil<strong>it</strong>azione civile (Tutti i popoli vogliono la pace, 1950-<br />

51). Espone ancora alle Biennali del ’52 e del ’54 ed esegue<br />

un ciclo di affreschi nella Sala del Consiglio dell’Amministrazione<br />

provinciale di Parma (1954-56), che rientra<br />

nel suo programma di apertura dell’arte al popolo. Dopo<br />

un decennio di fervido impegno pol<strong>it</strong>ico P sente la necess<strong>it</strong>à<br />

di r<strong>it</strong>ornare a una p<strong>it</strong>tura piú intima, per r<strong>it</strong>rovare il<br />

proprio mondo privato. Attorno agli anni Sessanta esegue<br />

una serie di dipinti int<strong>it</strong>olati Giardini veneziani, dove la<br />

maggiore libertà di invenzione gli permette di esprimere,<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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