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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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per la chiesa degli Erem<strong>it</strong>ani e ora in Santa Lucia a Padova,<br />

mostra chiaramente la sua lontananza dai modi tardomanieristici<br />

e la sua adesione al linguaggio tizianesco che<br />

conobbe direttamente alla Scuola del Santo. Il rapporto<br />

con il momento piú classico della p<strong>it</strong>tura veneziana del<br />

Cinquecento si fa piú esplic<strong>it</strong>o nella Pentecoste (già nella<br />

Scuola dello Spir<strong>it</strong>o Santo a Padova, ora alle Gallerie dell’Accademia<br />

di Venezia) e nella Madonna col Bambino nel<br />

Duomo di Padova.<br />

Nel 1614 il P si trasferì a Venezia, ma ben presto dovette<br />

recarsi a Roma per copiare i Baccanali di Tiziano (copie<br />

ora all’Accademia Carrara di Bergamo). R<strong>it</strong>ornato a Venezia,<br />

risulta iscr<strong>it</strong>to alla fraglia p<strong>it</strong>torica dal 1615 al 1644.<br />

Un’opera del 1618, la V<strong>it</strong>toria dei Camotesi sui Normanni<br />

esegu<strong>it</strong>a per la chiesa di Santa Maria Maggiore a Venezia,<br />

ora alla Pinacoteca di Brera, testimonia la precoc<strong>it</strong>à del<br />

suo soggiorno romano e rivela la conoscenza degli affreschi<br />

della Galleria Farnese e della Cappella Sistina. Tali<br />

c<strong>it</strong>azioni sono presenti anche nel Trionfo di Teti dell’Accademia<br />

Carrara, che denota inoltre il primo accostamento<br />

alle opere di Palma il Giovane, e nei cartoni per i mosaici<br />

della Basilica di San Marco (pagamenti documentati tra il<br />

1619 e il 1621).<br />

Il defin<strong>it</strong>ivo trasferimento a Venezia non interruppe tuttavia<br />

il rapporto con la c<strong>it</strong>tà natale: nel 1622 eseguí le<br />

Nozze di Cana per il refettorio di San Giovanni di Verdara<br />

a Padova (oggi alla Scuola Grande di San Marco a Venezia)<br />

dove all’accademismo tizianesco s’innesta l’impianto<br />

arch<strong>it</strong>ettonico derivato da Veronese e la rinnovata adesione<br />

al linguaggio p<strong>it</strong>torico di Palma il Giovane evidente<br />

nelle opere del terzo decennio del Seicento.<br />

Il neotizianismo rinnovato in chiave personale già intorno<br />

alla metà degli anni Venti (Madonna col Bambino tra la<br />

Giustizia e San Marco, 1626: Pordenone, mc), caratterizza<br />

tutta l’opera tarda della produzione del P in cui la soluzione<br />

piú innovativa è data dal tono narrativo di opere<br />

quali il Miracolo di una partoriente sulla riva del mare nella<br />

chiesa parrocchiale di San Giorgio di Nogaro (Udine), datato<br />

1628.<br />

Nelle opere posteriori al 1630 la linea tizianesca e antimanierista<br />

trionfa (Madonna col Bambino, 1631: Venezia,<br />

chiesa di Santa Maria della Salute) attraverso un’evoluzione<br />

dei modi dell’artista verso un cromatismo piú acceso e<br />

del tutto autonomo (tondo della Libreria Marciana con Il<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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