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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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parte l’impiego scientifico della p bifocale riflettendo una<br />

predilezione nordica per questo procedimento. La maggior<br />

attrattiva del trattato deriva però dalle numerose silografie<br />

concep<strong>it</strong>e come repertorio a uso dei p<strong>it</strong>tori; allo<br />

stesso modo le incisioni con cui Dürer illustra l’impiego di<br />

strumenti prospettografici sono il punto qualificante di<br />

una teoria che riprende sostanzialmente le costruzioni di<br />

Brunelleschi e Alberti (Underweysung der Messung, Norimberga<br />

1525); anche il trattato di Vignola pubblicato postumo<br />

nel 1583 (Le due regole della prospettiva pratica,<br />

Roma) ripete con maggior chiarezza i metodi già conosciuti.<br />

La via dell’illusionismo prospettico raggiunge una<br />

piena dimensione applicativa nell’ambiente artistico romano<br />

dei primi del sec. xvi e in particolare nella scuola di<br />

Raffaello. La Sala delle prospettive di Baldassarre Peruzzi,<br />

p<strong>it</strong>tore e arch<strong>it</strong>etto del Palazzo Chigi (Roma, la «Farnesina»,<br />

1509) è una ripresa dello spir<strong>it</strong>o decorativo classico.<br />

In segu<strong>it</strong>o ad altri potenti esempi si afferma in tutta<br />

Europa la quadratura, decorazione p<strong>it</strong>torica di ambienti<br />

con arch<strong>it</strong>etture illusionistiche strutturate prospetticamente.<br />

Il gusto scenografico barocco arricchisce all’inverosimile<br />

queste macchine decorative assumendo una<br />

tecnica basata sulla molteplic<strong>it</strong>à dei punti di fuga. Il libro<br />

sulla p dell’arch<strong>it</strong>etto Sebastiano Serlio (Libro Secondo, Di<br />

Prospettiva, Paris 1545) contiene una gran quant<strong>it</strong>à di illustrazioni<br />

a conferma della fortuna di una «volgarizzazione»<br />

prospettica per immagini; nello stesso testo una parte<br />

riservata alla scenografia teatrale offre anche spunti compos<strong>it</strong>ivi<br />

alla p<strong>it</strong>tura (Gould, 1962). Lo spazio è via via codificato<br />

ma non risulta insensibile a interpretazioni drammatiche.<br />

A tale scopo Tintoretto introduce un efficace<br />

decentramento della fuga (Il r<strong>it</strong>rovamento del corpo di san<br />

Marco, 1562-66: Milano, Brera). La specializzazione ins<strong>it</strong>a<br />

nel manierismo fa sí che la p diventi genere p<strong>it</strong>torico,<br />

contraddistinto dalle amplificazioni arch<strong>it</strong>ettoniche. L’arch<strong>it</strong>ettura<br />

a misura d’uomo del rinascimento è ormai un<br />

ricordo lontano nelle vedute di fine Cinquecento di Vredeman<br />

de Vries, artista che interpreta la p in senso visionario.<br />

Van Mander (1604) descrive le sue grandi tele<br />

come dei saggi di illusione.<br />

Sempre nel clima culturale manierista si segnalano dei p<strong>it</strong>tori<br />

interessati a esperimenti ottici, Parmigianino per esempio<br />

si rifà a esercizi fiamminghi del Quattrocento nel suo<br />

Autor<strong>it</strong>ratto in uno specchio convesso (1524: Vienna, km).<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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