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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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Palazzo del Giardino La costruzione del Palazzo del Giardino<br />

iniziò per volontà di Ottavio Farnese nel 1561, probabilmente<br />

su progetto del Vignola, ampliato con aggiunte<br />

del Moschino e del Rainaldi. In origine era ornato da<br />

una grandiosa fontana disegnata dal Boscoli. L’edificio attuale<br />

appare modificato dall’intervento dell’arch<strong>it</strong>etto Pet<strong>it</strong>ot,<br />

verso il 1760, e dai danni sub<strong>it</strong>i durante l’ultima<br />

guerra. Della decorazione cinquecentesca oggi rimane<br />

traccia soltanto nelle Sale di Orfeo e del Bacio, le cui pareti<br />

e il soff<strong>it</strong>to sono ricoperte di scene tratte dalle storie<br />

di Ruggero e Alcina dell’Orlando Furioso; da episodi di<br />

Ovidio, e dell’Orlando Innamorato. Questi dipinti fin qui<br />

attribu<strong>it</strong>i a Bertoia, vengono oggi assegnati, dalla De Grazia,<br />

al Mirola. La recente scoperta di due ambienti affrescati<br />

nell’ala sud-occidentale del palazzo permette alla studiosa<br />

di puntualizzare lo stile del Bertoia, a cui gli affreschi<br />

apparterrebbero e di distinguere dalla sua, la personal<strong>it</strong>à<br />

del Mirola. La tematica dell’amore tratta da m<strong>it</strong>i classici<br />

e da poemi cavallereschi, si r<strong>it</strong>rova in un piccolo ambiente,<br />

il cui soff<strong>it</strong>to venne dipinto con allegorie da Agostino<br />

Carracci nel 1601, rimanendo incompiuto per la sua<br />

morte nel 1602. Completata con gli stucchi di Luca Reti<br />

negli angoli della volta con la serie degli amori di Giove; e<br />

nel 1680 con gli affreschi con il Trionfo di Venere, e Bacco<br />

e Arianna del Cignani. Sono invece completamente scomparse<br />

le opere di Angelo Michele Colonna, di Camillo Gavasetti,<br />

di Sigismondo Caula, del Chenda; rimangono i dipinti<br />

con Storie di Ulisse e di Admeto e Alcesti, molto restaurate<br />

nel secolo scorso, di G. B. Trotti detto il Malosso;<br />

e resti di quelli in un altro ambiente, con Storie di Erminia<br />

e Tancredi del Tiarini. Gli eleganti stucchi esegu<strong>it</strong>i<br />

da Benigno Bossi nel salone a nord-ovest e sulla volta del<br />

salone di ingresso appartengono alla fase settecentesca<br />

della decorazione, come i dipinti murali monocromi dello<br />

stesso autore provenienti dalla Sala dei giochi, oggi staccati<br />

e conservati, notevolmente deper<strong>it</strong>i, nella gn, con<br />

scene tratte dal quinto libro dell’Eneide, di sapore<br />

neoclassico. Alcuni di questi erano stati ricoperti per ordine<br />

del bigotto duca Ferdinando di Borbone e vennero riportati<br />

alla luce durante i lavori diretti dall’arch<strong>it</strong>etto<br />

Bettoli a partire dal 1838. (pcl).<br />

Collezione Magnani Le collezioni della Fondazione Magnani<br />

Rocca, ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a nel 1977 da Luigi Magnani in memoria<br />

del padre Giuseppe e della madre Eugenia Rocca,<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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