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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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fiamminghe, entrarono quelle scene di v<strong>it</strong>a quotidiana<br />

della piccola borghesia dipinte da Chardin. Anche il r<strong>it</strong>ratto<br />

ottenne notevole successo impegnando in questo<br />

genere numerosi p<strong>it</strong>tori accademici che dovettero soddisfare<br />

le crescenti richieste del pubblico.<br />

XIX secolo La rivoluzione cost<strong>it</strong>uì un elemento destabilizzante<br />

anche per la v<strong>it</strong>a artistica della cap<strong>it</strong>ale sopprimendo<br />

l’Accademia reale, trascurando gli edifici religiosi e i<br />

palazzi reali e aprendo i salons a tutti i p<strong>it</strong>tori. Gli artisti<br />

compromessi da troppo stretti legami con l’Ancien Regime<br />

vennero imprigionati. David, membro della Convenzione,<br />

tradusse l’ideologia rivoluzionaria nel Giuramento<br />

del Jeu de Paume (incompiuto, Versailles) e nei r<strong>it</strong>ratti funebri<br />

di Marat e di Le Peletier.<br />

La maggior parte degli artisti alloggiati al Louvre sotto<br />

Luigi XVI vi rimase e altri ancora riuscirono a introdursi<br />

nel palazzo abbandonato. L’Inst<strong>it</strong>ut de France, fondato<br />

dalla Convenzione, ebbe sede al Louvre accogliendo al<br />

suo interno i vecchi maestri accademici dei beaux-arts. I<br />

corsi ripresero e nel 1798 venne ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a al salon una giuria<br />

di ammissione che divenne sempre piú severa nel<br />

corso del secolo. La fondazione del Museum, dove si accalcavano<br />

le opere sottratte agli edifici religiosi, alle<br />

collezioni reali e a quelle dei paesi conquistati dagli eserc<strong>it</strong>i<br />

della Repubblica, fornì agli artisti una gran quant<strong>it</strong>à<br />

di modelli ed esempi, ma nel 1801 il primo Console, temendo<br />

rischi di incendio, ordinò di abbandonare gli alloggi<br />

e gli studi, cosa che avvenne solo nel 1807. Gli insegnanti<br />

e gli allievi dell’Ecole des beaux-arts coab<strong>it</strong>arono<br />

dunque nell’antico collegio delle Quattro Nazioni.<br />

La cappella della Sorbona venne suddivisa in studi, ma i<br />

p<strong>it</strong>tori occuparono anche i conventi dei Carmel<strong>it</strong>ani, dei<br />

Piccoli Agostiniani, i collegi di Navarra e dei Grassin.<br />

David disponeva della cappella del collegio di Cluny e di<br />

uno studio nel collegio delle Quattro Nazioni aperto sin<br />

dal 1781 ai suoi numerosi allievi; in trent’anni il p<strong>it</strong>tore<br />

ebbe oltre quattrocento discepoli. Una volta esiliato<br />

David, anche Gros, che ne prese il posto all’Ecole des<br />

beaux-arts, ebbe centinaia di allievi. Il corso di Carle<br />

Vernet, p<strong>it</strong>tore di cavalli, era anch’esso assai frequentato<br />

e Géricault vi entrò nel 1808. Sotto il primo Impero P fu<br />

senza dubbio il centro della grande p<strong>it</strong>tura. Il primo<br />

Console, poi Imperatore, comprese l’importanza dell’arte<br />

encomiastica e fece dunque illustrare su tele immense le<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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